- Marco Cusaro - basso
- Matteo Garlaschi - batteria
- Roberto Allegrini - voce
- Stefano Cavioni - chitarre
1. Illusione
2. Amaricante
3. Atacama
4. Divagazione Sulla Nascita
5. Se Vivessi In Vita
La Rivoluzione Della Sincerità
Decidono di battezzarsi Sentieri Erranti Nella Selva (poi contratto in S.E.N.S) traendo il nome dal titolo di una celebre opera del filosofo tedesco Martin Heidegger, provengono dalla provincia pavese e propongono un solido Rock cantato in italiano venato di Grunge e Psichedelia che tuttavia abbraccia atmosfere sonore varie e ben contestualizzate.
Nel febbraio 2007 producono e distribuiscono questo mini cd intitolato La Rivoluzione Della Sincerità che fin dai primi ascolti colpisce per la sua potenza sonora fatta di chitarre corpose ed avvolgenti, basso e batteria simbiotici e fedelmente devoti al groove di fondo, ed una voce dotata di estensione e sicurezza, sebbene non particolarmente incisiva a livello melodico.
Amaricante diviene un valido esempio delle caratteristiche musicali dei S.E.N.S. , mescolando interruzioni e cambi stilistici repentini ed inaspettati che chiamano in causa componenti prettamente Pop e furiose incursioni Grunge, mentre una chitarra molto dinamica disegna le linee melodiche principali ricalcate dalla voce durante le strofe.
Atacama (brano cantato in inglese) lascia emergere influenze tipicamente statunitensi a livello strumentale, richiamando band come i Rage Against The Machine soprattutto per quanto riguarda l’effettistica utilizzata e gli spigolosi fraseggi di chitarra irrobustiti da un basso scuro e monocromatico.Apprezzabili inserzioni dalle tonalità mediorientali arricchiscono anche la successiva Divagazioni Sulla Nascita, brano che riprende i saliscendi sonori che caratterizzano anche Americante, per poi lasciar spazio all’irruenza di Se Vivessi In Vita, capace di richiamare alla mente i primi Timoria e gli Afterhours di Germi con la sua grossolana ma piacevolissima inclinazione verso soluzioni semplici ma di sicuro impatto.
La band riesce a difendersi bene pur azzardando incursioni in territori spesso non troppo semplici da gestire, tuttavia ciò avviene soprattutto grazie all’inventiva della chitarra, qualità da cui spesso i S.E.N.S. sembrano dipendere un po’ troppo.
Inoltre la voce in più di un occasione decide di inseguire note lunghe e distese, invece di intervenire in modo aggressivo sulla parte strumentale con linee melodiche definite e carismatiche: questa scelta rende il tutto molto più piatto di quanto avrebbe potuto essere, portando l’attenzione nuovamente a concentrarsi sulla dinamica chitarra.
Concludendo risulta essere un lavoro ben fatto, composto da canzoni non sempre eccitanti sotto tutti i punti di vista ma sicuramente ricche di ottime spunti e diverse buone idee che sarebbero potute essere sviluppate anche maggiormente.
Se i S.E.N.S. investissero più attenzione nell’arrangiamento dei singoli strumenti (voce compresa) potrebbero sicuramente arrivare a produrre pezzi dotati di maggiore incisività ed impatto emotivo, caratteristiche purtroppo non sempre presenti tra le già buone canzoni contenute in questo disco.