Voto: 
6.9 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Militia Templi Records
Anno: 
1999
Line-Up: 

- Davide - voce, basso, testi
- Alessandro Marin - synth, pianoforte

Session musicians:
- Denis Ballarin - chitarra
- Edward Crow - chitarra in Venetian Sunset
- Marco Titolo - batteria


Tracklist: 


1. Baroque Espirit (overture)
2. Dominion of Splendor
3. Mort a Venise
4. Eurydice's Tears
5. Venetian Sunset (bonus track)

Eneth

Baroque Espirit

Nati nel 1998 cercando di fondere la tradizione Black Metal a soluzioni Avant-garistiche di notevole effetto, sulla scia di Ulver, In the Woods…, Solefald e soprattutto Arcturus, i veneziani Eneth debuttano nel 1999 con il primo lavoro Baroque Espirit, mini-cd che ripercorre filoni musicali magici ed enigmatici.
La band, composta solo da due elementi, è stata aiutata nella registrazione dell’ep da alcuni session-musicians, arrangiando così ciascuna delle quattro canzoni (cinque se si considera la ristampa del 2004, contenente il singolo Venetian Sunset, scritto nel 2001) in modo professionale e complesso.

L’avvio dell’album è affidato a Baroque Espirit, introduzione strumentale in cui si ode la melodia disegnata da una chitarra acustica, che crea effetti atmosferici cullando l’ascoltatore verso la prima vera e propria canzone, Dominion of Splendor. Pienamente legata allo stile dei Satyricon, questa si struttura con efficacia, travolgendo prima con la possenza delle chitarre elettriche e la malignità dello scream proposto e incutendo poi un alone misterioso attraverso l’impiego di cori e spruzzate di pianoforte di grande rilievo.
Lo scream si erge infernale sul tessuto delle chitarre e la batteria non si frena per tutta la durata del brano, neanche durante le scale vorticose del pianoforte, tipiche dello stile degli Arcturus.
Mort a Venise è più lenta nel ritmo, sostenuta sempre dagli ottimi temi melodici di pianoforte, dei veri e propri motivi barocchi che richiamano il contesto Avant-garde di Arcturus e Solefald, molto più sinfonico e ancora connesso ad un passato di matrice Black.
Non mancano certamente gli intervalli in cui si esibiscono archi e pianoforte, prima di immergersi nuovamente nella doppia cassa portante ma non violentissima nel livello di registrazione: nel complesso la produzione è elevata e ottima, tutti gli strumenti si distinguono con chiarezza, risultando ben amalgamati e piacevoli all’ascolto. La chitarra esibisce riff coinvolgenti, portando la canzone ad esplorare meandri differenti da quelli di Dominion of Splendor.
Il livello di song-writing resta così alto anche in Eurydice’s Tears, breve intermezzo strumentale che immette nella bonus track presente sulla ristampa di Baroque Espirit, ovvero Venetian Sunset.
E’ questa una traccia particolarissima nel suo stile e la migliore contenuta in questo lavoro, poiché l’avvio come ballata veneziana Avant-garde tramite le chitarre acustiche e il pianoforte, può essere considerato come una delle soluzioni più geniali introdotte dagli Eneth.

Aspettando l’uscita di Aura Sinfonica, primo full-lenght che presto sarà ultimato e potrà essere disponibile per tutti coloro che lo richiederanno, ci si può ancora gustare il fascino dell’ep Baroque Espirit, carico delle emozioni nostalgiche trasmesse da tale approccio barocco.
Una proposta convincente dal panorama nazionale, che saprà riscuotere interesse in tutti gli appassionati di sonorità sperimentali e ricercate, sempre non così lontane dagli elementi del genere originario, l’ormai superato Black Metal norvegese.
Ultima nota riguardo la copertina dell'ep: la ristampa presenta un artwork veramente omogeneo al contesto dell'opera, poiché rispecchia le caratteristiche della musica degli Eneth; la maschera, che rammenta la teatralità di quell'eccezionale La Masquerade Infernale, trova qui altro terreno fertile per poter comparire, sempre circondata dall'alone misterioso di cui è intriso anche il timbro della band.

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