- Andrea Nencini - voce, basso, flauto, vibrafono
- M. - chitarra
- Marek C. - batteria
1. … (02:10)
2. The Path Of Oirat (11:19)
3. Oboo (13:02)
4. The Water Of Life (12:27)
In The Red Night, A Roar...Slowly A Chant Began...
Il progetto Cervix, di cui fanno parte musicisti italiani e cechi, prende forma nella città di Volterra, traendo spunto dalla tradizione Doom nordeuropea ed americana e fondendo insieme elementi Sludge e sperimentali.
Dopo aver dato alla luce tra il 2004 e il 2007 ad alcuni demo e ad un full-length, Contemplating Death, il trio pubblica sotto l’etichetta indipendente Trazeroeuno l’ep In The Red Night, A Roar… Slowly A Chant Began..., che scava indietro nella Kosmische Musik e nel Kraut per giungere ad uno stile inusuale per il panorama italiano.
La pecca principale dell’ep è sicuramente costituita dalla registrazione, forse volutamente grezza e poco chiara, che non rende onore alle soluzioni sperimentali ed estreme adottate dai Cervix. Il contesto del disco si conforma sicuramente al genere rappresentato nel nostro Paese dai vari Morkobot, Ufomammut e Lento, ma l’inserimento di fraseggi tratti dalla musica andina rende il lavoro abbastanza sfaccettato.
Le liriche di In The Red Night, A Roar… Slowly A Chant Began... si basano su leggende sciamaniche e proprio in quest’ottica è stato scelto il connubio tra gli elementi atmosferici della Kosmische Musik e i meandri più acidi dello Sludge.
The Path Of Oirat, Oboo e The Water Of Life sono tracce lunghe e complesse, ma l’assenza di una minima produzione rende il disco piatto e a tratti inascoltabile anche per gli amanti delle sonorità più estreme e malate.
Sono pressoché indistinguibili infatti gli strumenti che compaiono nei diversi episodi del mini cd e la voce filtrata elettronicamente diventa un rumore di sottofondo che accomuna i Cervix a molte realtà della prima era industriale europea.
Nulla di innovativo pertanto nonostante i buoni intenti del gruppo toscano; le idee di base sono percepibili ed è sicuramente un pregio la capacità di mescolare sonorità etniche allo Sludge più dirompente e aspro, ma troppa poca cura è stata conferita al livello di registrazione e mixaggio, forse nel nome del concetto diffuso dello Sludge di presentare timbri primitivi e crudi.