- Jamie - voce
- Josh Middleton - chitarra
- Bailey - chitarra
- Carl Parnell - basso
- Rob - batteria
1. Desolate Seas (01:06)
2. After Lifeless Years (04:57)
3. The Blackest Skyline (04:56)
4. Transcendence (04:27)
5. Reflections Through Fire (04:29)
6. Conclusion Of An Age (05:40)
7. Swallow The World (05:56)
8. Teras (05:20)
9. Withered (04:38)
10. Last Remaining Light (07:39)
11. Stained Humanity (04:29)
Conclusion Of An Age
Introdotto da una copertina cupa ed apocalittica, Conclusion Of An Age rappresenta il primo sigillo discografico dei britannici Sylosis, gruppo dedito a ripercorrere i meandri del Thrash ottantiano, aggiungendo elementi tipici della tradizione progressive o sfumature più votate al sound degli ultimi Lamb Of God.
Nuova promessa in casa Nuclear Blast, i cinque del Berkshire danno sfogo ad un approccio esplosivo e dinamico, che travolgerà l’ascoltatore nell’alternanza di riff massici e sezioni più distese ed atmosferiche: dopo la tenebrosa introduzione strumentale, la seconda After Lifeless Years immette nella dimensione Sylosis, fatta di intrecci che discendono dal timbro caratteristico di Testament ed Exodus, ma che sanno distinguersi per la carica trasferita da una voce graffiante ed adeguata al contesto.
Gli intermezzi più volutamente Metalcore appaiono invece del tutto inadeguati, coprendo temporaneamente la vera anima dell’album, diretta nella sua incisività ed irruenza: a tracce dal sapore più ordinario come Transcendence, abbastanza piatta e priva di soluzioni innovative e personali, si affiancano brani dotati di una patina più fresca a livello compositivo, come The Blackest Skyline e la title-track, momenti squisitamente debitori dei Lamb Of God più impetuosi.
Tuttavia troppe sono le cadute di qualità di un album che, pur presentando un livello tecnico impeccabile, non prosegue con uno sviluppo adeguato: basti confrontare le strutture di pezzi come Swallow The World e Last Remaining Light per accorgersi della totale somiglianza, così come non risulta difficile osservare la ripetitività di certe ritmiche che sono ormai diventati degli standard non solo nel Thrash e nel Death, ma anche nel Metalcore più commerciale.
L’epicità di innumerevoli passaggi viene quindi vanificata da uno stile di composizione che si sarebbe potuto affinare maggiormente, facendo assumere ad ogni canzone un tratto caratteristico; del tutto assenti inoltre le citate influenze di Cynic, Into Eternity e Atheist, che richiamano meandri del Metal estremo non esplorati dai Sylosis.
Sebbene si sia verificato un netto miglioramento della band rispetto ai due ep precedentemente pubblicati, i Sylosis dovranno puntare su una maggiore differenziazione dei pezzi, per non far scadere i capitoli futuri in insipide fotocopie di un genere fin troppo abusato.
Conclusion Of An Age conserva un groove che sarà apprezzato da chi si è formato musicalmente a partire dalle realtà Thrash americane degli anni Ottanta, ma per la maggior parte degli ascoltatori esso costituirà l’ennesima deludente proposta dell’attuale panorama Metal europeo, spesso troppo emulativo del sound d’oltreoceano ed incapace di mantenere una propria integrità.