Jacko - Voce
Peter - Chitarra
Teo - Chitarra
M-Key - Tastiere
Lucio - Basso
Lele - Batteria
1. The Man with the Book and the Gun
2. Warshow
3. Ten Years Alone
4. Akeldama (Bloody Field)
5. Dark Side 5
6. Morning Star
7. The Hanged Man
8. Pull the Trigger
9. Hands of Aion
Aion
Dopo tre anni di preparazione, tornano ex novo in pista i nostrani Figure of Six con Aion, album che ha fatto passare la band dall'etichetta inglese Copro alla più influente e attenta Locomotive. Anche in questo caso il cambio di label non è l'unica novità rilevante che ha accompagnato l'uscita del nuovo disco: difatti il neonato sposta le coordinate del sestetto ravennate da lidi tipicamente nu-metal ad orizzonti cari al death melodico, questo di chiara matrice scandinava, reso ancor più fruibile da contaminazioni di matrice core.
Ascoltando il platter in analisi, sin dalle prime battute sovvengono evidenti le influenze in fase di songwriting da parte di formazioni del calibro di In Flames, Soilwork, Mnemic, Darkest Hour e Caliban; a riguardo probabilmente determinante la collaborazione con il produttore danese Tue Madsen, già visto all'opera in compagini blasonate (su tutte The Haunted, Dark Tranquillity e Mnemic appunto). Quindi se da un lato la formula presentata in questa seconda uscita non lambisce nessuna sorta di originalità, d'altro canto va riconosciuta una efficacia e freschezza che in tutta onestà non ci saremo aspettati dai connazionali emiliani. L'impatto è senza dubbio notevole, per l'appunto enfatizzato da una produzione eccezionale, grazie ad un riffing avvincente sciolto da intrecci melodici di buon gusto e una ritmica alterna sempre pronta a marcare i continui cambi di umore del disco. Di livello e perfettamente calzanti i tratti vocali, i quali chiaramente non lesinano un serie di cori in linea con le tendenze del filone musicale. Degno di menzione anche l'utilizzo di elettronica, ben calato nel contesto e reso magistralmente da tastiere abili nel ricreare tanto atmosfere gotiche quanto futuristiche. Certamente ancora oggi diversi brackdown propriamente commerciali fanno storcere il naso e, se vogliamo, ridimensionano l'operato del combo; ma brani deflagranti come la opener The Man With The Book And The Gun e Morning Star, senza dimenticare la più stravagante e industriale Pull The Trigger, quest'ultima molto vicina allo stile degli Static-X, convincono lasciando pochi dubbi circa la sostanziale riuscita di Aion.
Pollice verso l'altro per i Figure of Six, i quali, senza inventare nulla, si dimostrano capaci interpreti di un movimento inflazionato e, lasciatecelo dire, difficilmente coinvolgente. Infine, e altra nota benigna, si congedano lasciando l'impressione che questo sia un primo step a favore di un ulteriore evoluzione con conseguente maturazione artistica.
Staremo a vedere...