- Lion - voce
- Scania - chitarra, voce
- Lo Slavo - basso
- Sutcha - batteria
- Mhdm - samplers
1. When You’ll Realize That The Sun Will Rise Up Being A Black Hole
2. Y.A.K.
3. Insects Eat Your Car
4. Snuff In Copacabana
5. Death! I’m On Your Side
6. Rebus (1,2,3,4,5)
7. My God
8. G3M2
9. Jack Is Back
10. Squalo
11. Perfect Society
Iron Flavoured Candies
Le sperimentazioni Post Metal dei Converge o le follie sonore dei Dillinger Escape Plan hanno segnato profondamente le band del panorama estremo che desiderano staccarsi dal filone più legato alla tradizione Metal. Gli Yak, originari della zona tra Milano e Vigevano, rappresentano una delle realtà più influenzate dal Post Hardcore americano nel nostro Paese, perché l’album di debutto Iron Flavoured Candies riunisce sotto un unico timbro le reminescenze Crossover degli anni Novanta e il gusto meccanico e cerebrale dei migliori lavori dei sopra citati Dillinger Escape Plan.
Difficile non rimanere colpiti da un disco prodotto in modo impeccabile e ricco di idee interessanti, decisamente lontane dalla mentalità musicale italiana: il sound è figlio della nuova scuola Hardcore americana, ma non si lascia minimamente sfiorare dalle tensioni del mercato Metalcore.
When You’ll Realize That The Sun Will Rise Up Being A Black Hole, la traccia d’apertura, è una veloce cavalcata che ripercorre gli intrecci cacofonici e contorti dei migliori Converge; tra anticipi, ripartenze improvvise, accelerazioni e pause, il brano riesce ad assumere un tratto unico, che trascina l’ascoltatore in una dimensione poco esplorata dalle formazioni della Penisola.
Mentre la seconda Y.A.K. risente di una forte componente Crossover, su cui intervengono tastiere inquietanti e un cantato Hip Hop di ottimo effetto, tracce come Insects Eat Your Car o Death! I’m On Your Side sono cariche di elementi elettronici, vicini alla mentalità Trip Hop in varie sezioni.
Più ci si addentra nell’ascolto di Iron Flavoured Candies, più si comprende di avere innanzi un full-length variegato e giocato su tradizioni sonore diametralmente opposte.
Le strutture dei pezzi sono elaborate ed articolate e l’inserimento di ritmi swing inusuali o di strumenti poco ordinari nel genere (come la tromba) garantisce un risultato inaspettato per lo standard delle uscite italiane.
In definitiva, si auspica che tale ottimo esordio degli Yak sia seguito da una carriera brillante e votata alla sperimentazione non gratuita ma ragionata: spesso troppe bands, nel nome della ricerca compositiva, si abbandonano a soluzioni banali e alquanto sconnesse tra loro, vanificando l’ideale originario.
Si consiglia quindi Iron Flavoured Candies a tutti gli appassionati del sound ruvido e caotico degli americani Converge e Dillinger Escape Plan, perché gli Yak sanno dimostrare un'immensa razionalità in quello che all’apparenza sembra un miscuglio eterogeneo di influenze.