- Jarek Niemiec - voce, basso
- Adam Augustynski - chitarra
- Slawek Kawa - chitarra
- Wiktor Niemiec - batteria
1. Future Is Grim
2. Path Of Mistakes
3. Lynch Law
4. Eclipse
5. Illness We Preach
6. Never Conform
7. Satanic Verses
8. Serve The Death
9. In The Mists Of Time
10. Cancer Of The Earth
11. Vermin
The Cult Of Vermin
A distanza di tre anni dal promettente demo Infected With Life, colpiti dalla tragica perdita di uno dei membri fondatori, ma forti di nuovo contratto con la nostrana etichetta discografica My Kingdom Music, i thrashers polacchi Saratan si inseriscono ufficialmente nella folta schiera di band dedite al metal estremo con il loro debutto su full-length, dal titolo The Cult Of Vermin.
Il loro thrash metal non presenta nulla di nuovo, se non una tendenza particolarmente oscura che indirizza il sound al quasi confine con il death-doom e qualche sporadica apertura melodica dal flavour orientaleggiante, risalente alle loro influenze di musica etnica di origine araba e persiana, influenze che tuttavia non riescono a farsi spazio a dovere tra le forti reminescenze del classico thrash di derivazione statunitense, tanto che ben più chiare e facilmente riscontrabili sono le influenze dei vari Testament ed Exodus, ma più in generale di tutta la scena thrash americana degli anni '80.
A condannare però la prima uscita discografica dell'act polacco non è tanto il fatto di riprendere un genere esistente già da oltre due decenni, e quindi anche abbastanza saturo, anzi il fatto che siano riusciti a confezionare un sound scarno, oscuro, cattivo e spigoloso, così vicino sia nello stile che nella produzione ad alcuni lavori della decade ottantina e al tempo stesso così distante da quanto gira oggigiorno in tali ambiti non può che rappresentare un punto a loro favore.
Ciò che invece penalizza pesantemente le undici composizioni che compongono i circa trentacinque minuti del primo disco del quartetto polacco è la quasi totale mancanza di ispirazione e di personalità, che si traduce poi in soluzioni sempre uguali, quindi scontate e prevedibili, e nella perenne assenza di un'impronta melodica tale da far risaltare un brano piuttosto che un altro. Proprio per questi motivi l'album scorre dall'inizio alla fine in maniera anonima e quasi impalpabile, senza mai suscitare un minimo interesse o vivere anche un solo lieve picco qualitativo. Soltanto un paio di tracce come Illness We Preach, dal retrogusto un po' gotico, o le due strumentali Eclipse e In The Mists Of Time riescono a distinguersi dal resto, mentre tutto ciò che rimane è una serie di mid-tempos richiamanti ora una ora un'altra storica band della scena thrash o death, giungendo in tal modo ad un esito finale particolarmente stantio ed a buoni tratti anche prevedibile.
The Cult Of Vermin, soltanto perché ben suonato e prodotto, potrebbe essere indicato per i più incalliti thrashers e per tutti quelli che sono nostalgicamente legati al periodo di maggior splendore di questo genere, ma è probabile che anche loro preferiranno rispolverare i vecchi vinili gelosamente custoditi nei propri scaffali.