- Stefania - chitarra, voce
- Caterina - basso
- Fabio - batteria
- Icio - chitarra
1. Game Over
2. Pussycat
3. So Hard
4. Palace Court, Flat 19
5. Something Bad (In My Head)
6. 1383
7. This Is Me
Palace Court, Flat 19
Gli emiliani Stake-Off The Witch rappresentano una delle realtà più convincenti nel panorama cacofonico italiano perché con il loro connubio di Psichedelia, Stoner, Garage, Noise e Doom riescono a tessere brani di elevata qualità, intrisi di un sound malato e capaci di trasportare direttamente nella tradizione degli anni Ottanta. Palace Court, Flat 19, seconda pubblicazione del quartetto piacentino, è costituito da sette canzoni che presentano un livello di produzione decisamente sopra la media nel nostro Paese, in grado di evidenziare le doti tecniche dei diversi membri e di garantire una patina cupa e caotica al tempo stesso.
Game Over immette subito nella dimensione Stake-Off The Witch, dove si incontrano Fu Manchu, Stooges, Kyuss e Black Sabbath, per travolgere l’ascoltatore attraverso riff soffocanti ed una voce femminile figlia della No Wave americana. In questo magico equilibrio si sviluppano mid-tempo come Pussycat e So Hard che, nonostante possano sembrare parecchio simili a Game Over, permettono di conservare viva l’attenzione con le distorsioni di chitarra, gli aloni spettrali e gli elaborati patterns di batteria.
Più ci si addentra all’interno di Palace Court, Flat 19, più si scopre anche l’anima Doom/Stoner degli Stake-Off The Witch, come testimonia l’ottima Something Bad (In My Head): una voce straziata emerge da architetture sonore colossali e pesanti e i costanti cambi di tempo arricchiscono ulteriormente lo stile già variegato del four-piece italiano.
Sebbene la confusione strumentale regni volutamente lungo l’intero album, le composizioni sono sempre travolgenti e riescono a plasmare gli aloni inquietanti già tipici degli Electric Wizard.
E se 1383 sfiorerà in un certo modo gli stilemi dello Sludge più denso e nauseato, la conclusiva This Is Me unirà con grande maestria Noise e Stoner, per chiudere Palace Court, Flat 19 in modo efficace e privo di sbavature.
In definitiva la proposta degli Stake-Off The Witch sembra convincere, soprattutto se paragonata alla maggior parte delle realtà del territorio italiano; la passione per la musica più sperimentale e cacofonica ha portato questi quattro ragazzi di Piacenza alla stesura di un album ricco di sfaccettature che potrà avvicinare chi è cresciuto con le scuole passate di Black Sabbath e Sonic Youth fino ai cultori degli anni Novanta di Kyuss e Queens Of The Stone Age. Si auspica che tale qualità venga mantenuta in futuro, insieme all’intensa attività live che ha visto in questi anni gli Stake-Off The Witch accanto agli svedesi Truckfighters e agli inglesi Regular John.