- Tony Harnell - voce
- Magnus Karlsson - chitarra, piano
- Jonni Lightfoot - basso
- John Macaluso - chitarra
1. End Of Alone
2. Evaporate
3. Love's Dying Wish
4. Unknown Superstar
5. Hide
6. Building A Wall
7. Beautiful Disaster
8. Live Your Life
9. Hello, Are You Listening?
10. Changes Me
11. The Day Belongs To Us
12. This Close
Love's Dying Wish
A tre anni di distanza dal debut self-titled, accolto in maniera ampiamente positiva dalla critica di settore, tornano gli Starbreaker del chitarrista Magnus Karlsson (Allen/Lande, The Codex, Last Tribe) e del singer Tony Harnell (TNT, Westworld) con il loro nuovo Love's Dying Wish. Unica, ma pesante, defezione soprattutto in termini di produzione rispetto al disco di esordio è quella del bassista italiano Fabrizio Grossi, sostituito con Jonni Lightfoot, mentre sempre presente dietro le pelli è il bravo John Macaluso, uno che infatti nel corso degli anni ha fornito i suoi servigi a TNT, Riot, Yngwie Malmsteen, Jorn Lande, Alex Masi e Ark.
Il loro sound si presenta come una sorta di combinazione tra il classico hard rock di Rainbow e TNT ed un più attuale melodic metal dal taglio particolarmente dark e moderno, che soffre però di soluzioni (anche e soprattutto melodiche) poco varie e di parecchi passaggi a vuoto, poiché ben pochi sono i brani che rimangono in mente anche dopo svariati ascolti. A poco serve la buona prestazione di Harnell al microfono, come degli altri musicisti coinvolti, se poi a mancare è proprio l'abilità nello scrivere canzoni capaci di coinvolgere l'ascoltatore di turno.
Floscio e spompo nel suo complesso, l'album contiene ben dodici tracce, la maggior parte delle quali purtroppo risultano fredde, insipide ed anonime, con qualche rara eccezione e qualche buona apertura melodica in prossimità di alcuni refrain, che comunque non esaltano mai più di tanto.
Fin dalle battute iniziali, con brani come End Of Alone o Evaporate, si percepisce una certa piattezza data anche dai ritmi blandi e da un assetto melodico non proprio all'altezza delle aspettative, benché dalle aperture melodiche della stessa Evaporate arrivino i primi segnali di vita, che trovano conferma nella title-track Love's Dying Wish, che alla fin dei conti non è nemmeno niente di memorabile ma che risulta quantomeno passabile.
Meglio invece con Unknown Superstar e Beautiful Disaster, brani dal piglio grintoso e moderno che si caratterizzano per un approccio melodico più deciso e convincente, e che hanno il merito di tirare fuori il disco dal torpore generale che si era respirato fino a questo momento, ed in cui purtroppo si ricade con la mielosa e noiosa ballad Hide o con i rocciosi ed insipidi mid-tempos come Live Your Life.
Tra i pochi altri brani interessanti invece si possono citare la power ballad conclusiva This Close, dal flavour oscuro e solenne, il melodic metal di Changes Me o l'altra ballad Hello, Are You Listening?, che almeno in parte compensa all'inutilità di un pezzo come Hide.
Ma purtroppo alla fine non resta altro che il dispiacere nel constatare come una band ricca di talento come questi Starbreaker se ne sia uscita con un album, che per quanto ben suonato e neanche particolarmente cattivo, risulta fin troppo insipido ed anonimo.