- Cardinale Italo Martire - voce, chitarra
- Serpentrax - basso
- A Fog - batteria
1. Reqviem (01:59)
2. Imperivm (04:16)
3. Ad Infera (05:53)
4. Lvdvs Dianae (05:12)
5. The Other Face Ov Hell (04:51)
6. Black Svn Theory (07:05)
7. Apocalyptic Zero (03:39)
8. The Secret Ov Lapis Manalis (04:29)
Imperium
Attivi ormai dal 1999, i piemontesi Black Flame hanno percorso parecchia strada nei meandri del Black Metal più estremo e meno incline alla melodia, ricalcando lo stile di formazioni internazionali quali Gorgoroth e Behemoth ed aggiungendo elementi di estrazione Death. Giunti alla loro quinta pubblicazione e freschi dei contratti con la Forces Of Satan Records (etichetta di proprietà di Infernus dei Gorgoroth) e con la celebre Regain Records, i tre piemontesi danno vita ad otto tracce che conservano l’usuale atmosfera occulta ed apocalittica dei precedenti lavori, ma appaiono più curate sotto il profilo tecnico e della produzione.
I riffing risultano compatti e corposi fin dall’iniziale Imperium, una vorticosa cavalcata che non può certo definirsi originale, ma che riassume con efficacia la dimensione Black della fine degli anni Novanta. Più elaborata è invece Ad Infera, una canzone basata su marcati chiaroscuri e maggiormente legata alla tradizione scandinava. Sebbene tutte le tracce presentino una registrazione al di sopra della media e sebbene i Black Flame si possano considerare tra i migliori del genere in territorio nazionale, le soluzioni proposte non sono di certo innovative: gli spiragli e gli intermezzi riflessivi sono troppo rari rispetto alle contorte sezioni distorte e questo rappresenta un punto a sfavore di un full-length troppo votato a ripercorrere i lidi strumentali dei Gorgoroth.
La voce del cantante Cardinale Italo Martire è un possente e profondo growl che non ha nulla da invidiare a quello di Nergal dei Behemoth, mentre i patterns ritmici sono intricati ed inarrestabili; ogni brano è percorso dalla batteria inarrestabile di A Fog, già attivo con gli storici Mortuary Drape o con formazioni estere come i norvegesi Disiplin o i francesi Glorior Belli.
In definitiva Imperium è un lavoro che potrà essere apprezzato da chi ha seguito la scena Black degli anni Novanta e riesce ancora ad accostarsi ad opere che ripetono costantemente i cliché del genere; per chi cerca invece una dimensione più sperimentale, dove ad alternarsi sono parti violente e fraseggi più avvolgenti, si sconsiglia l’ascolto di un disco interamente votato all’aggressività sonora. Nonostante il tradizionale timbro proposto, si deve comunque riconoscere che i Black Flame raffigurano una delle poche realtà italiane in grado di strappare collaborazioni significative con personaggi di spicco del settore come Infernus e la sua neonata etichetta.