Voto: 
6.4 / 10
Autore: 
Alessandro Mattedi
Genere: 
Etichetta: 
Domino
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Tricky - tutti gli strumenti.

Tracklist: 

1. Puppy Toy
2. Bacative
3. Joseph
4. Veronika
5. C'mon Baby
6. Council Estate
7. Past Mistake
8. Coalition
9. Cross to Bear
10. Slow
11. Baligaga
12. Far Away
13. School Gates

Tricky

Knowle West Boy

A distanza di cinque anni dall'ultimo Vulnerable ritorna Tricky, alias Adrian Taws, storicamente uno dei nomi più noti e importanti nella scena musicale di Bristol degli anni '90 nonché fra gli esponenti del cosiddetto movimento "trip hop" maggiormente stimati (e legati all'ambiente hip hop).
Gli ultimi dischi si sono rivelati controversi per il compositore inglese, ottenendo sia riscontri positivi che opinioni negative da parte del pubblico e della critica, e questo stesso Knowle West Boy ha suscitato pareri contrastanti all'indomani della definitiva pubblicazione dopo un anno di attesa dal completamento dei lavori: molti fan hanno subito gridato al capolavoro mentre altri hanno scostato con noia il disco dalle proprie priorità di ascolto, e forse in entrambi i casi c'è stata un po' troppa frettolosità ed esagerazione.
Il lavoro viene presentato come un'opera auto-biografica dietro al concept che la costituisce, infatti Knowle West è il quartiere di Bristol dove Tricky è nato e cresciuto, un ghetto malfamato ma la cui comunità è particolarmente unita e dove lui, figlio di razza mista (la sua famiglia è davvero multietnica) che perse la madre per suicidio a 4 anni e venne abbandonato dal padre prima ancora di nascere, affrontò le esperienze più disparate.
Inoltre lo stesso Tricky si è confidato in un'intervista ammettendo che il singolo Council Estate si incentra su di lui: «Council Estate sono io. Questa canzone racconta di come io e i miei amici siamo cresciuti. Dovevo cantare da solo e non potevo sussurrare: ho sentito il bisogno di venir fuori»; e le sue difficili esperienze di gioventù sono state fondamentali per concepire quest'album: «sono sicuro che quest'album non sarebbe stato così emozionante se non avessi vissuto quegli anni anonimi, in coda per entrare in un club come tutti gli altri».

Musicalmente, Tricky con KWB si discosta in parte dalle sue ultime produzioni per recuperare qualcosa dal suo passato, e in questo riesce a combinare linee melodiche scorrevoli ed orecchiabili con un certo senso di interiorità e atmosfericità sottostanti la trama multisfacettata dell'album, nella quale come era prevedibile si intrecciano stilemi ed influenze diverse. Ciascun pezzo risulta così del tutto godibile, senza apparire pesante o sconnesso, ma anzi offrendo una melodicità diretta che cresce ad ogni ascolto e si tinge di sensazioni diverse a seconda del momento, presentando ora sfumature più malinconiche, ora più oscure, ora più stemperate e cristalline. Per contro, il disco pare assestarsi su di un determinato standard senza andare oltre e offrire di più, mancando di quel "quid particolare" che gli permetta di elevarsi in ricercatezza, profondità, imprevedibilità, senza rinnovarsi particolarmente nelle sue componenti - in alcuni tratti si avverte un retrogusto di ordinarietà in certi spunti, il che comunque non significa affatto appiattimento o stanchezza compositiva - e non rinunciando a strizzare l'occhiolino ad un elemento easy listening forse a volte troppo blando.

Già dall'inizio emerge un contrastare di canzoni differenti: l'iniziale Puppy Toy è un'opening briosa ed energica con sonorità da piano-bar, linee vocali soul, chitarre blues; mentre Bacative si discosta ampiamente dal precedente brano, è ben più nostalgica fra le tastiere che creano un'atmosfera malinconica, il rap serioso e mesto, la placida voce femminile, gli inserti di fisarmonica in sottofondo. La breve Joseph è una melanconica traccia d'annata dove i tappeti di tastiera rivestono con leggerezza l'ambiente su cui si adagiano la voce come consueto semi-sussurrata, e gli effetti di sottofondo che condiscono il tutto. Viene ora l'intrigante ed oscura Veronika, un'acida, ripetuta, marziale marcia di batteria filtrata che scandisce inesorabilmente la canzone mentre la cantante italiana che da il titolo cattura l'attenzione con il suo canto mordace (notare la citazione al brano Livido Amniotico dei Subsonica - in cui proprio lei cantava - riprendendone le medesime note vocali). L'atmosfera dell'album fino a questo punto viene del tutto rivoltata con C'mon Baby, un electro-rock orecchiabilissimo, dalle linee vocali sensuali e dalle sonorità che come in certi gruppi inglesi riprendono stilemi di un rock d'altri tempi, risultando però anche uno dei brani meno originali del lotto.
Viene ora il singolo Council Estate, frenetico, dinamico, trascinante, tinto di elementi ora wave ora britpop, mentre Tricky canta con vigore e personale partecipazione il testo. Cambiando registro sonoro ancora una volta, Past Mistake è una ballata trip hop tetra e spettrale, in cui in particolar modo la voce femminile sofferta e romantica emerge da un impianto lento, soffuso, decadente, che riporta alla mente il decennio scorso, al contempo come rovescio della medaglia facendo sembrare datate certe sue tinte più dark e il battito cupo del pezzo. Più catchy Coalition, un hip hop oscuro ed intrigante che però oscilla fra l'essere coinvolgente e il risultare leggermente ripetitivo, sembrando che debba raggiungere il proprio climax da un momento all'altro ma senza farlo; il crogiolo di suoni e strumenti diversi sullo sfondo comunque arricchiscono lo stesso il brano, che risulta fra i migliori del disco. Cross to Road continua a rievocare il passato, mantenendo un timbro placido e malinconico e sfociando in un trip hop morbido che non avrebbe sfigurato nei primi dischi di Tricky, mentre Slow è una cover di Kylie Minogue che devia sui binari di un electro-rock suadente anche se poco incisivo. Baligaga è più ricca di groove, con un impianto ritmico incisivo nella sua semplicità e delle ragga vocals molto orecchiabili. Ci avviciniamo alla conclusione del disco con Far Away, un brano fra rock, pop ed elettronica tranquillo e meditato ma anche abbastanza trito, e terminiamo definitivamente l'ascolto con School Gates, mesta ballad tinta di country che chiude anche il percorso di esperienze personali di Tricky, parlando di una adolescente incinta già a 16 anni.

Non si può dire che Tricky non sia uno sconosciuto: fin da quando collaborava con il progetto Wild Bunch prima e i Massive Attack degli inizi poi, la sua presenza nella scena musicale britannica è stata partecipe ed importante, e dischi come Maxinquaye, Nearly God e Pre-Millenium Tension sono stati a lungo il suo biglietto da visita per critica e pubblico internazionali, oltre che fra le testimonianze più significative di quella fucina musicale che è Bristol.
Dopo le critiche ricevute e il trattamento ambivalente a cui è stato sottoposto negli anni scorsi, Tricky si è preso una pausa di riflessione tanto lunga per riconsiderare le proprie idee e verificare cosa può fare, cosa vuole fare e quale rampa di lancio costruire per proseguire il proprio discorso nei prossimi anni.
Knowle West Boy, pur non brillando particolarmente (ma neanche presentando grosse ombre), è quindi il risultato di questo schiarimento di idee e speriamo che l'artista inglese possa trarne giovamento per le prossime pubblicazioni. Pur tuttavia apprezzando gli elementi più godibili del disco, non si può però non immaginare che sicuramente, oltre a chi lo esalterà nettamente e imparzialmente, ci sarà anche chi rimarrà lo stesso deluso da ritorno di Taws. Solo il tempo ci darà la risposta definitiva sul suo reale stato di forma.

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