Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Etichetta: 
Prophecy Productions/Audioglob
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Marco Soellner - voce, chitarra
- Davide Pesola - basso
- Paolo Soellner - batteria
- Francesco Conte - chitarra

Tracklist: 

1. The Breathtaking Days (Via Lactea)
2. Skygazer
3. Ghost Of A Tape Listener
4. The Graduate
5. Just An Interlude In Your Life
6. Just In Case We'll Never Meet Again
7. Suspense Music
8. Disco Awayness
9. Atget
10. All Summer Long
11. True Love Is The Oldest Fear

Klimt 1918

Just in Case We'll Never Meet Again

Quando la musica diventa un veicolo di emozioni profonde, unite a percezioni sensoriali che vanno oltre al semplice udito coinvolto nell’ascolto delle sonorità proposte, si è di fronte ad un piccolo gioiello discografico, che potrà appassionare e cullare dolcemente chiunque desideri astrarsi dalla realtà. E’ questa la dimensione che i Klimt 1918 riescono a cogliere con il loro stile che spazia dallo Shoegaze più disteso al Post Rock figlio degli Explosions In The Sky: giunto alla sua terza pubblicazione, dopo aver tessuto i toccanti intrecci di Undressed Momento e Dopoguerra e dopo l’abbandono del chitarrista Alessandro Pace, il quartetto romano ha evoluto ulteriormente il proprio stile, culminando in un vortice etereo e rilassato, in cui prendono vita undici perle di rara bellezza nel panorama Post Rock, non solo italiano ma anche internazionale.

Just In Case We’ll Never Meet Again è un viaggio introspettivo che scava nei ricordi del passato, per trovare parole mai pronunciate e frasi mai sentite: nonostante i timbri siano malinconici e cerchino di focalizzarsi su istanti trascorsi in un tempo irrecuperabile, si intravedono un senso di protezione e di consolazione che diventano il vero punto di forza dell’album.
Il tema centrale, la distanza, sembra ergersi già nell’opener The Breathtaking Days (Via Lactea), che recupera tutto il filone del Post Rock più delicato ed emozionante e che rompe con un trascorso ricco degli elementi della tradizione Metal. Un certo feeling che lega i Klimt 1918 ai concittadini Novembre permane nella seconda Skygazer, ma il risultato ottenuto va addirittura oltre i confini dello Shoegaze.
Degna di nota è anche The Graduate, altalenante nei suoi giochi di luci ed ombre e nelle sue improvvise accelerate, che saranno gradite da chi ama uno stile ricercato e semplice al tempo stesso.
Non mancano reminescenze prettamente Wave, percepibili nelle varie Just An Interlude In Your Life o Just In Case We’ll Never Meet Again, che trasudano del sound Interpol.
Sarebbe inutile stare a descrivere le immagini che i Klimt 1918 riescono a dipingere con le loro strumentazioni oniriche e con la suadente voce di Marco Soellner, vero poeta e cantautore, perché le parole sminuirebbero l’elegante estetica tracciata dalla band laziale.

Non resta pertanto che consigliare Just In Case We’ll Never Meet Again a coloro che desiderano staccarsi dalla frenesia della vita quotidiana, per trovare un momento di meditazione sul valore della lontananza e del ricordo, ben ritratti dalla struggente copertina, dove l’abbraccio riepiloga il senso di una musica tanto avvolgente quanto sincera.

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