- JC. Hoogendoorn - voce
- Romaric Méoule - chitarra, backing vocals
- Sébastien Meyzie - basso, backing vocals
- Aurélien - batteria, backing vocals
1. Come To Bury
2. The Exit
3. Closer Yet
4. A Hundred Years
5. Rolling Thunder
6. Blue And Grey
7. Live In A Box
8. Burden Blues
9. Before The Censors
10. Time To Go
11. Child Of The Storm
12. Eternal As It Was
Time To Go
Arrivano al loro esordio discografico i francesi Red Mourning con questo Time To Go, licenziato dall'etichetta transalpina Bad Reputation. Il quartetto, formatosi nel 2003 nei pressi di Parigi, si dedica ad un metal-core in cui ampiamente dominanti sono le radici thrash, ma che accoglie anche divagazioni hardcore, sludge e southern-metal, mentre sarà facile notare inoltre una forte somiglianza della voce del singer JC. Hoogendoorn con quella di un certo Phil Anselmo.
Anche il loro sound, oltre che l'interpretazione del cantante, può considerarsi diretto discendente sia di quello dei Pantera, sia soprattutto di quello dei Down, specie quando i francesi virano con decisione verso territori più propriamente southern-metal, come avviene ad esempio in Burden Blues, sicuramente uno dei brani più accattivanti dell'esordio di questo combo francese, arricchito da atmosfere tipicamente southern, che richiamano un po' i Down ed un po' i Black Label Society, oltre che da riff e vocalismi di panteriana memoria.
Il ventaglio di influenze a cui si rifanno i quattro musicisti transalpini però non si esaurisce qui, evidente infatti il tentativo di rispolverare la genialità dei Meshuggah o il sound più moderno dei Killswitch Engage, tuttavia con risultati non sempre personali ed originali, o comunque suscettibili di particolare attenzione, tanto che le soluzioni sembrano un po' sempre le stesse e alcuni brani finiscono così anche col somigliarsi.
Certo però che le componenti metal, hardcore, sludge e bluesy vanno a confluire in un sound ben amalgamato e coerente, come stanno a dimostrare anche brani che riescono appunto ad esplorare e coagulare con estrema abilità le suddette componenti, come avviene con Come To Bury, The Exit, Before The Censors o la title-track.
Notevole anche il lavoro compositivo svolto su Child Of The Storm, in cui si riesce a far ben convivere ritmi veloci e devastanti con sonorità southern/blues, che si ripercorrono un po' su tutto il disco con tanto di armonica in bella vista, ma per lunghi tratti tuttavia il lavoro pecca di personalità e brani come Closer Yet o Eternal As It Was, per quanto pesanti e potenti, non lasciano il segno, mentre l'affidarsi ad intro in pieno stile southern (talvolta, come già sottolineato, con l'apporto decisivo dell'armonica), prima di deflagrare in pezzi devastanti e incalzanti, diventa una soluzione fin troppo abusata, per quanto efficace, ripetendosi in varie tracce quali Blue And Grey, Burden Blues, Time To Go.
Accolto in maniera ampiamente positiva in Francia, dubitiamo che l'esordio discografico dei Red Mourning possa ricevere gli stessi entusiastici apprezzamenti anche fuori dai patri confini, ma in ogni caso il quartetto parigino mostra già idee chiare ed un sound, che per quanto sia ancora alla ricerca di una propria identità, sembra denotare una certa perizia compositiva.