Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Sepulchral Productions
Anno: 
2008
Line-Up: 


- Annatar – Tutti gli strumenti

Ospiti:
- Neptune – Basso, Liriche per “Cold Forgotten Earth”
- Icare – Seconda Voce in “L'Oeil Nocturne”
- Monarkh – Atmosfera in “Cold Forgotten Earth” e “Royaume de Glace”

Tracklist: 


1.Intro (01:54)
2.Royaume De Glace (08:08)
3.The Forest (09:51)
4.Cold Forgotten Earth (08:16)
5.La Nuit (09:04)
6.L'oeil Nocturne (09:47)
7.Solstice (04:19)

Sombres Forêts

Royaume de Glace

Con lo stendardo della Sepulchral Productions di Montréal come principale punto di riferimento, la scena Black Metal del Québec sta negli ultimi tempi nettamente crescendo a livello qualitativo, dimostrandosi degna di grande attenzione: così, se il 2006 segnò i primi importanti ed apprezzati passi del rinnovato movimento, e il 2007 fu l'anno della sorpresa, per merito dell'exploit dei Gris e del loro clamoroso gioiello “Il était une Forêt...”, il 2008 è il momento delle conferme: e se è vero che gli ultranazionalisti Forteresse hanno dato una risposta interlocutoria e per certi versi deludente, altrettanto non si può dire di un'altra band locale, i Sombres Forêts, il cui secondo album “Royaume de Glace” risulta essere di rimarchevole spessore.

Fondata nel 2005 da Annatar, questa one-man band debutta l'anno successivo con il già notevole “Quintessence”, disco che getta le basi per il Depressive Black Metal che in “Royaume de Glace” trova definitivo compimento e maturità: migliorando l'apparato acustico di contorno e perfezionando l'abilità nel concepire la struttura dei brani (tutti piuttosto corposi a livello di durata) e le relative pause atmosferiche, Annatar ha saggiamente rinforzato la personalità del proprio progetto, che conta molto sulle romantiche venature acustiche e sugli spettrali fregi di tastiera per sostenere il riffing elettrico (malinconico ed introspettivo come da copione, oltreché di buonissima qualità), ulteriormente arricchito da tempi di batteria cadenzati ma mai pigri e da un particolarmente apprezzabile contributo del basso, suonato da Neptune dei già citati Gris, band da cui proviene anche la voce ospite di Icare in “L'Oeil Nocturne”.
Produzione e mixing sono perfettamente calibrati (forse i migliori, tra quelli ascoltati sui dischi della Sepulchral) per il genere proposto, con suoni di qualità ma dotati dell'inconfondibile marchio Black Metal, permettendo così la creazione di un'atmosfera al contempo maestosa e decadente, istintivamente legata a visioni naturalistiche e quanto mai lontana da quell'immaginario di commiserazione, lamette e rasoi che spesso contraddistingue il Depressive Black; ad annerire le composizioni, d'altronde, ci pensa il ferale screaming di Annatar, sufficientemente sofferto e tormentato, sebbene non particolarmente maniacale o forzato.

Chi ha apprezzato l'ultimo Gris non si lasci sfuggire “Royaume de Glace” (magari tenendolo da parte per il prossimo inverno...), il cui toccante intreccio tra morbidi, intimi arpeggi acustici e gelidi, notturni panorami elettrici raggiunge momenti di grande brillantezza: brani come “The Forest” (che assieme alla successiva “Cold Forgotten Earth”, canzone piuttosto varia sul piano ritmico e arricchita da un breve stacco Dark Ambient del conterraneo artista Monarkh, incredibilmente interrompe il dominio lirico francofono tipico della scena Québécois), “L'oeil Nocturne” o “La Nuit” sono dotati di un fascino magnetico, seppur assolutamente non originale, che non mancherà d'ammaliare gli appassionati del genere.

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