- Ronnie VanZant - Vocals, J&B
- Gary Rossington - Gibson Les Paul
- Allen Collins - Gibson Firebird
- Ed King - Fender Stratocaster
- Billy Powell - Tastiera
- Leon Wilkenson - Firebird Bass
- Bob Burns - Batteria
1. Saturday Night Special
2. I'm A Country Boy
3. Cheatin' Woman
4. Am I Losin'?
5. On The Hunt
6. Railroad Song
7. Made In The Shade
8. Whiskey Rock A Roller
Nuthin' Fancy
Nel 1975 i Lynyrd Skynyrd sono dei giganti sfiniti seduti sulla cima del mondo e guardano, stremati, l'America adorante. Sweet Home Alabama ha aperto le porte del paradiso, commercialmente parlando, al gruppo: fama, concerti sempre più grandi, soldi, opening act per star del calibro di Eric Clapton (rifilandogli, in alcuni casi, delle sonore sconfitte).
Ma il paradiso è estremamente volubile, mutevole e, soprattutto, straordinariamente propenso ad abbandonarti nei momenti di crisi. La promozione dell'album precedente viene adempiuta in maniera perfetta e la foga di cavalcare il buono stato, oggettivo, di forma, ha spinto il gruppo a pestare sull'acceleratore e rifugiarsi nuovamente in studio.
Alla console c'è ancora un certo Al Kooper (ricordate l'intro di Like a Rollin Stone di dylaniana memoria... è suo), ma il feeling creatosi nei primi due album è più arduo da ricreare. I nervi sono tesi, le composizioni ancora più disparate o insoddisfacenti e questo ha portato al momentaneo abbandono di Kooper, lasciando il gruppo solo nello studio.
In più il gruppo soffre dell'inevitabile complesso della performance: il pubblico li aspetta al varco e loro devono dimostrare di essere un grande gruppo.
Questo comporta la ricerca di un altro singolo radiofonico, Saturday Night Special, con arricchimento di un effetto moog all'interno. La canzone è bella e sicuramente "ad effetto", ma il livello non è eccelso e vale al gruppo solo (e questa è l'ironia di un gruppo come i Lynyrd, parlare di dischi d'oro in termini riduttivi, mentre molti sbaverebbero solo per vendere cento copie) il disco d'oro. Ma come apertura e proposizione d'intenti è tanto affascinante quanto fuorviante. Le canzoni che seguono Saturday Night Special sono di matrice country e roots, molto ancorate alle radici dell'America rurale e profondamente sudista.
Cheatin' Woman, con il suo ritmo rilassato e il suo organo liquido si discosta nettamente dall'hard'n'boogie intelligente proposto dagli Skynyrd nel disco precedente. Il suono pastoso (grazie, come detto, all'organo di Kooper) e la voce strascicata e calda di Van Zant accompagnano l'ascoltatore, ottime come sempre le chitarre, in questo caso la slide di Ed King e il solo di Collins nel finale.
L'anima roots è preponderante anche in Railroad Song, con tanto di armonica a bocca iniziale, percussioni, ritmo allegro e storie di vita sulla punte della penna.
Sudista è anche I'm a Country Boy. Se si ascolta questo disco si può subito vedere il futuro dei Lynyrd. La passione mai domata di Ronnie per le sonorità vintage della tradizione americana e la pastosità blues della chitarra di Gary sono tratti che poi contraddistingueranno le opere successive del gruppo (ovviamente senza contare la preponderante impronta in fase di creazione del brano di un chitarrista sopraffino, e di indubbio buon gusto, come Allen Collins).
Nunthin' Fancy riserva ancora delle sorprese, in quanto si fregia di un ottimo hard rock (On the Hunt, forse un pò troppo diretto in quella direzione per un gruppo come gli Skynyrd) e di una bellissima ed emozionante Am I Losin'. Dove la prima i incentra su un riff tagliente ma melodico di Collins che poi lascia spazio ad un andamento sostanzialmente sornione, in cui l'aggressività è endemica, il secondo si incentra sulla chitarra acustica di Gary Rossington e di Ed King. L'andamento confessionale del brano, le armonie delicate, gli intrecci vocali nel chorus, sono toccanti. Questa è la vera sorpresa dell'album, se le prime canzoni erano più "catchy", questa rapisce ad un ascolto più approfondito. Il solo di Ed è uno fra i più sofferti ed emozionanti degli Skynyrd (e si che il gruppo ne propone di ottimi da sempre).
La voce fuori dal coro è Made in the Shade, scritta dal solo Ronnie (che si prende tutti i crediti). La dedica è esplicativa: This one's for Shorty Medlocke, figura culto nell'ambiente di Jacksonville e mentore dei giovani Lynyrd (suo figlio ha suonato la batteria nel gruppo prima di fondare i Blackfoot).
La canzone è country fino al midollo, con chitarre di tutti i tipi e innesti in corsa di strumenti (un pò come Gallows Pole dei Zeppelin, solo che qua il ritmo rimane rilassato e solare). La canzone ha il pregio di ricreare l'atmosfera da prateria del Mississipi, con tanto di cowboy, falò e vacche al pascolo. È un sincero piacere ascoltare il pezzo, che lascia di buon umore e descrive pienamente quanto grandi siano stati gli Skynyrd, quanto profondamente ancorati alle tradizioni e sinceri nella riproposizione del loro sentire.
La traccia di chiusura è adrenalinica come l'entrata in scena. Whiskey Rock-a Roller procede con un ottimo groove, con un ritornello a presa rapida, melodie limpide e orecchiabili. Ottimo il rallentamento centrale che sfocia in un dialogo chitarra- tastiere.
La versione rimasterizzata del disco fornisce due esempi del gruppo in versione live. Le canzoni offerteci sono la country Railroad Song e la più burbera On the Hunt - ma efficace dal vivo-.
Si dovrebbe rimarcare l'abilità del gruppo dal vivo, sempre preciso e appassionato e con un front-man unico e rimpianto. Le composizioni del disco dal vivo perdono, inevitabilmente, quella natura bucolica ma acquistano una appassionata aggressività.
Ottima prova del gruppo ma di spessore inferiore a Second Helping. Le composizioni sono buone e, in alcuni casi, ottime, ma manca un pò di focalizzazione degli intenti e di coesione all'interno della sala di registrazione. Sia chiaro, il gruppo non ha fallito, ha solo sperimentato vie diverse, spianando la strada al ritorno al successo in un futuro non lontano.