- Dan Swano - Voce, Chitarra, Basso, Batteria, Tastiere, Produzione
Guests:
- Roger Johansson - Lead Growling Vocals
- Jonas Granvik - Backing Growling Vocals
- Mike Wead - Chitarra solista
- Simon Johansson - Chitarra solista
1. "The Forbidden Words I" - 0:21
2. "The Forbidden Words II" - 1:19
3. "Incantation I" - 1:04
4. "Incantation II" - 0:42
5. "Incantation III" - 1:04
6. "Incantation IV" - 1:01
7. "Incantation V" - 0:47
8. "Incantation VI" - 1:21
9. "Passage of Time I" - 1:00
10. "Passage of Time II" - 0:37
11. "Passage of Time III" - 1:06
12. "Passage of Time IV" - 1:32
13. "Passage of Time V" - 1:13
14. "Passage of Time VI" - 0:35
15. "Passage of Time VII" - 0:59
16. "Passage of Time VIII" - 0:43
17. "Passage of Time IX" - 0:55
18. "Passage of Time X" - 1:12
19. "The Silent Threat I" - 1:05
20. "The Silent Threat II" - 1:16
21. "The Silent Threat III" - 0:20
22. "The Silent Threat IV" - 0:37
23. "Achilles Heel I" - 0:49
24. "Achilles Heel II" - 0:26
25. "Achilles Heel III" - 1:13
26. "Covenant of Souls I" - 1:20
27. "Covenant of Souls II" - 1:51
28. "Covenant of Souls III" - 0:33
29. "Covenant of Souls IV" - 1:12
30. "Covenant of Souls V" - 1:42
31. "Covenant of Souls VI" - 0:53
32. "Face to Face I" - 1:12
33. "Face to Face II" - 0:25
34. "Face to Face III" - 0:21
35. "Face to Face IV" - 0:32
36. "Face to Face V" - 0:57
37. "Disintegration I" - 0:44
38. "Disintegration II" - 1:04
39. "Disintegration III" - 1:31
40. "Aftermath I" - 0:42
41. "Aftermath II" - 1:13
42. "Aftermath III" - 0:33
43. "Aftermath IV" - 1:28
44. "Aftermath V"
Crimson II
Dopo sette anni dall’uscita di Crimson, quella che è stata una delle più sconvolgenti pietre miliari del metal estremo europeo conosce finalmente il suo tanto agognato seguito: Crimson II. Abbandonati Axelsson e compagni - che nel frattempo avevano prodotto col "suo" monicker forse il peggior disco degli Edge Of Sanity - Dan Swano, si concentra sul suo progetto personale (che di lì a un anno lo porterà alla pubblicazione del suo primo lavoro solista) e su altri gruppi in veste di produttore, fino a che nel 2003 una chiamata non lo fa tornare sui suoi passi: lascia tutto, torna nei Black Mark Studios e si riprende gli Edge Of Sanity. E lo fa da solo, imbracciando chitarra, microfono, basso, tastiere e, sotto l'impeto creativo che solo i geni hanno, butta giù il sequel di Crimson. Nemmeno un anno, e il seguito del capolavoro del 1996 è sul mercato, per la gioia di chi attendeva da tempo il suo fatidico ritorno, alle origini.
Stilisticamente, Crimson II si pone e si realizza nello spazio che distanzia il predecessore dalla sua prima fatica personale, Moontower, del 1998; molti sono infatti i punti di contatto tra quest'ultimo e Crimson II, principalmente per quanto riguarda l'uso delle tastiere (sempre più imponenti e virtuose), la particolarità degli arrangiamenti (più oscuri e freddi) e una ricerca melodica che abbandona l'atmosfera inquieta e sotterranea (ma irripetibile) di Crimson, donandosi ad una dimensione quasi sinfonica. Senza alcun freno inibitorio o restrizione del caso, Swano attinge a piene mani da tutto il suo repertorio, oscurando in parte quello delle origini degli EoS, ma arricchendone il sapore antico e misterioso con una produzione infallibile e un mood sfacciatamente moderno.
Un'unica storia, separata in nove capitoli a loro volta suddivisi in quarantaquattro tracce. Fuggendo dalla struttura unica e monolitica del suo predecessore, Crimson II risulta essere un lavoro molto più articolato, anche se in linea di massima riproduce lo stesso e solito mix di ritmiche veloci, riff brutali e aperture atmosferiche mozzafiato, solo all'interno di un'ottica stilistica e di sound completamente diversa.
Ogni singola traccia del disco presenta sempre qualcosa di nuovo e di mai ascoltato (specie gli arrangiamenti e le evoluzioni melodiche), tranne per quanto riguarda le rivisitazioni più prog e sperimentali dei riff cardine di Crimson, qui rielaborati in maniera ora più feroce, ora più pacata e riflessiva, grazie ad una produzione in grado di metterne meglio in risalto ogni singolo particolare musematico. L'inconfondibile sapore di quelle composizioni ormai lontane non svanisce mai ma, al contrario, viene totalmente rinnovato mediante uno stile vario e che fa breccia in molte frange del metal - dal death/black scandinavo fino al prog e all'heavy e al rock melodico - senza tralasciare i riferimenti retrò a cui Swano ci ha da sempre abituato.
Incredibile, poetico e claustrofobico per la bellezza attraverso cui lascia immobili in uno stato di pura catalessi emotiva, Crimson II è il sunto finale della classe artistica del frontman svedese, qui concentrata in un'opera mastodontica e drammatica, scandita dal susseguirsi di una miriade di singoli gioielli: il capolavoro Aftermath III e la sua perenne elevazione melodica, la massacrante violenza di Covenant Of Souls I, il sinfonismo di Incantation o ancora i malinconici fraseggi prog di Disintegration I e gli inabissamenti death/black di The Forbidden Words II. Tutto Crimson II è sospeso in una perpetua lotta di sentimenti e atmosfere contrastanti che in un sensazionale turbine emotivo accompagnano l'ascoltatore fino alla conclusione, attraverso un'onda magica di riff (gli ultimi due frammenti della splendida Aftermath) che chiude l'album in un soave sospiro strumentale.
"Cast me to the crimson flames/ Thou shalt bar the doors of hell
Incant these words of sacred rule/ Seal me, Seal me on my Crimson Flames..."
Come termina Crimson II, così termina l'avventura degli Edge Of Sanity, con un racconto che rimarrà profondamente scolpito nella bibbia del metal e nella memoria di chi da ciò si è letalmente lasciato trascinare. Inutile analizzarlo in ogni singola canzone, inutile enuclearne tutti i principi narrativi: più particolare ma senza dubbio meno profondo e poetico del prequel, Crimson II rimane tuttavia un'opera colossale e magnifica, che consacra una volta per tutte il genio di Dan Swano e l'arte musicale che da tale fonte è da sempre sgorgata con l'irresistibile forza dei capolavori. E' il grande ritorno di un musicista che fa ritornare grande anche un gruppo ormai morto e sepolto, anche se solo in apparenza: la sua brillante fiamma di genialità non si è mai spenta e difficilmente si spegnerà.
Dedicato da Swano alla memoria di Chuck Schuldiner.