- Dave Morrissey - chitarra, tastiera
- Keith Hendley - chitarra, voce
- Ciaran Ennis - voce
- Dave Boylan - basso, voce
- Conor Gillen - batteria, tin whistle
1. The Sentinel
2. Celtica
3. Afterworld
4. For Evermore
5. King Of Thieves
6. Absent Friends
7. Erinmor
8. Dance On Yer Grave
9. Forgive Me
10. Guardian Of Eternity
Guardian Of Eternity
Guardian Of Eternity è il terzo album degli irlandesi Celtic Legacy, band nata nel 1997 nei quartieri di Dublino e con alle spalle già due full-lenght, ovvero Celtic Legacy e Resurrection. La band in questione si è dovuta trovare, nel 2004, di fronte ad un grosso periodo di crisi: nel giro di pochissimo tempo si è vista sfuggire di mano cantante, chitarrista e batterista, ritrovandosi con la line-up più che mai sconvolta e provata dalla dipartita di elementi così importanti. Rimboccandosi le maniche in modo non indifferente, la band (o meglio, quello che ne rimaneva), riesce a trovare i tre elementi adatti per riformare i Celtic Legacy.
Nel periodo che va dal giugno al novembre del 2007, il quintetto irlandese riprende le forze, continuando a scrivere canzoni e a pubblicare demo per testare la nuova formazione, arrivando a chiudersi in studio di registrazione per dar vita a Guardian Of Eternity.
La proposta musicale dei Celtic Legacy non è di certo qualcosa di mai sentito prima d’ora. Quello che ci arriva alle orecchie è un Heavy Metal dal feeling tipicamente ottantiano, legato alla scena NWOBHM e alle grandi band del Metal tradizionale. Il riffing è quasi sempre quadrato, anche se si sottolineano con piacere molte parti soliste degne di nota, la sezione ritmica serrata, tutti elementi che ben si sposano anche con le tematiche portate avanti dai Celtic Legacy, ispirate alla tradizione e alla mitologia celtica.
La prima canzone del lotto, ovvero Celtica, avvalora la tesi prima esposta, presentandoci un songwriting gradevole, belle melodie che gettano le basi nella tradizione irlandese e celtica appunto, ma purtroppo una voce non troppo convincente. Afterworld si presenta meglio rispetto alla precedente, avendo una sezione melodica meglio amalgamata con l’ugola di Ennis, così come gli incastri della chitarra solista e della ritmica. Si passa quindi dal riffing serrato di For Evermore, potente e incalzante (una delle migliori), alla banale King Of Thieves, un po’ sottotono. Da segnalare invece Erinmor, aperta da un flauto dalle sonorità oniriche e dal sapore folkloristico per poi sfociare nel riff portante, nel quale ogni strumento è facilmente individuabile e offre una bella prestazione. Le ultime due canzoni degne di nota sono invece la hardrockeggiante Dance On Yer Grave, quadrata ed efficace, e l’epica Guardian Of Eternity, nella quale la sintonia trovata tra i componenti viene a galla man mano, regalando momenti musicali veramente carini.
In definitiva, questo Guardian Of Eternity non può essere bocciato totalmente, soprattutto considerando il contesto e l’ambiente nel quale è stato scritto e registrato. I Celtic Legacy non saranno dei grandi innovatori, ma hanno confezionato un disco di tutto rispetto, ma che purtroppo non riesce ad andare oltre la sufficienza, o qualcosa in più. Speriamo che la line up si sia finalmente stabilizzata, e attendiamo il nuovo capitolo discografico, sperando in una maturazione maggiore.