- Johan Falk - voce
- David Ohlsson - chitarra
- Jon Bålefalk - chitarra
- Martin Davidsson - basso
- Josef Davidsson - batteria
- Jonathan Stenberg - tastiere
1. Shattered
2. The Forgotten
3. A Shadow In The Dark
4. The Touch Of Death
5. Unveil The Truth
6. Shades Of Me
7. An Empty Soul
8. Scream In Silence
9. Never More
10. Dead End
Dead End
Si erano già messi in mostra nel 2006 con l'omonimo album d'esordio uscito sotto il primo moniker Evergrace, adesso cambiato in Incrave in modo da evitare similitudini ed assonanze con altri gruppi provenienti dalla loro stessa area geografica (Evergrey). Gli Incrave arrivano infatti dalla Svezia, dove si sono formati nel 2000, e si fanno fautori di un heavy/power dalle tinte velatamente cupe e melodiche, che sembra rifarsi a quello di band come Nocturnal Rites o Tad Morose, con qualche lieve influenza di progressive e di US Metal e con testi di ispirazione cristiana.
Sicuramente apprezzabile il lavoro svolto dalla coppia di chitarre, ma sono anche i ben dosati innesti di tastiera di Jonathan Stenberg e la voce di Johan Falk a caratterizzare il sound del combo nordico, mentre la sezione ritmica, precisa e mai particolarmente sostenuta, è quasi esclusivamente defilata ad un ruolo di completamento. Le leggere incursioni in territori progressive donano al loro sound un'impronta più ricercata, che permette anche di rendere più elaborata ed al contempo godibile, seppure solo a tratti, una proposta interamente dominata da mid-tempos e comunque sempre più lontana dal power nord-europeo, come si percepisce soprattutto dalle ritmiche, e più incline invece all'attuale melodic metal.
Pochi però i brani che riescono ad emergere in un contesto piuttosto omogeneo ed a tratti anche piatto, in cui gli Incrave evitano qualsiasi rischio, preferendo invece non allontanarsi mai troppo da ciò che riesce meglio loro. Tra questi l'opener Shattered, in possesso di un guitar-work incisivo e un riffing incalzante e tagliente, ed ancor di più The Forgotten, che si fa apprezzare per le belle melodie dal flavour dark e malinconico, e suggellata da un notevole assolo posto poco prima del finale.
Anche le atmosfere dark e malinconiche diventano una costante di questo Dead End, ripercuotendosi infatti un po' su tutto il disco, come si nota in A Shadow In The Dark e in The Touch Of Death, tra le poche composizioni a conservare una connotazione più power-oriented, con qualche leggero richiamo ad alcune cose dei Kamelot. Forse però tali caratteristiche emergono in maniera ancora più lampante in Shades Of Me, introdotta dalle keys atmosferiche e gotiche di Stenberg che ricordano un po' gli HIM di Ville Valo, dando vita ad un suggestivo brano di dark melodic metal.
Nel resto del lotto invece c'è veramente poco da segnalare, considerato anche che la proposta non varia, se non per quanto riguarda la più particolare ma noiosa Scream In Silence, e che le altre tracce, alcune delle quali valide se singolarmente considerate, finiscono con il ripetere le stesse cose senza mai aggiungere niente di particolarmente nuovo al disco. Rimane solo da segnalare la presenza dei due ospiti Daniel Olsson dei Tad Morose e Markus Sigfridsson dei Darkwater.
Gli Incrave quindi non riescono ad andare oltre una piena e meritata sufficienza, in un lavoro forse troppo condizionato dalla paura di osare soluzioni diverse da quelle già consolidate nello stile ormai intrapreso dalla stessa band, ma trattandosi comunque di sei ragazzi poco più che ventenni, l'acquisizione di una maggior sicurezza dei propri mezzi ed un'accresciuta esperienza potrebbero in futuro riservare piacevoli sorprese.