Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Genere: 
Etichetta: 
Hammerheart Records
Anno: 
2000
Line-Up: 

- Fuchs  - chitarra, voce
- Volk-Man - basso
- Dr. Pest - tastiera
- Sir G. - batteria

Tracklist: 

1. Licked By The Tongues Of Pride
2. Unter Der Asche
3. Erhelle Meine Seele
4. Gone
5. Regret
6. Reitermania
7. Hate
8. Peace Of Mind
9. Geopfert
10. Rausch
11. Die Schönheit Der Sklaverei
12. ...Vom Ende Der Welt

Die Apokalyptischen Reiter

All You Need Is Love

Belli caldi, i cavalieri tedeschi giungono all’altissimo portone del nuovo millennio con un album all’altezza del loro moniker ma che, nonostante il titolo saccheggiato dal mondo pop, non stringe affatto l’occhio ai più romantici. Tutto è chiaro, ogni embrionale dubbio sull’ammorbidimento delle intenzioni della band viene spazzato via da un tornado che prende il nome di Licked By The Tongues Of Pride: rabbia, crudeltà, dolore, il tutto circoscritto da un’ambientazione lugubre direttamente ereditata dall’esperienza della vecchia Total Human End.

Ma qual è il fattore che i DAR introducono con il loro terzo full-lenght? Non potendo accennare nulla sul ritorno alle origini, visto che i quattro in realtà sono sempre rimasti incollati alle proprie radici black sinfoniche, i Nostri decidono di far scorrere i propri pensieri in liriche direttamente in lingua madre, elemento che molto si confà alla ruvidità del genere ed all’approccio musicale.Sicuramente da segnalare l’inizialmente epica Erhelle Meine Seele, passo obbligatorio in sede live grazie al suo incedere distruttivo ed impattante, e nella stessa misura di Gone che diventerà un classico della band facendola sconfinare nelle terre del metal estremo.Certo non si può dire che ci troviamo dinanzi ad un gruppo dai gusti raffinati, considerando l’anima indissolubilmente kitch delle sonorità (keyboards in primis) ma il tutto viene presentato con una relativa classe (per quanto sia possibile) che permette di valorizzare appieno le doti dei singoli musicisti e di captarne un quid musicale distintivo per la scena black di appartenenza.Sicuramente più maturo ma non per questo meno diretto dei precedenti (tavolta i riff colano ancora più grasso rispetto al passato), All You Need Is Love ha il grandissimo pregio di ospitare anche un altro pezzo amatissimo dai fan: Reitermania. Esso, oltre a dare il nome al sito ufficiale della band, rappresenta forse uno degli apici creativi dei tedeschi, soprattutto se si considera il coinvolgimento che questa song sprigiona. Violenza allo stato puro!

Tanto di cappello al nuovo drummer, Sir G., capace di un’esecuzione davvero senza sbavature e di cambi di tempo/atmosfere da egregio musicista (già solo passare da Reitermania ad Hate non è da tutti, non per pura tecnica quanto per interpretazione di brani tra loro molto diversi…per la serie “non basta essere solo veloci”).Ma quante gemme ci sono in quest’album? Peace Of Mind è solo l’ennesima della lista: adocchiando ambientazioni orientaleggianti spezza lo show dimostrandoci quanto sia grande il cuore dei DAR e quanto sia (alle volte) lontana l’idea di “furia taurina” che ci siamo fatti di questa band.A partire da Geopfert si distende dinanzi a noi l’ultima lunga schiera di song in tedesco cruente. E mentre

Geopfert, appunto, ci offre la sensazione claustrofobia di una lavatrice dai movimenti svizzeri con un carillon incluso che suona all’infinito, con Rausch la poesia si tramuta in un assaggio di disperazione, che eccede la nostra portata principale attraverso la tracotante Die Schönheit Der Sklaverei nella quale si apprezza tutta la vicinanza tra Dr. Pest e Martin Powell (My Dying Bride). La lunga ...Vom Ende Der Welt chiude l’album in maniera pomposa e decisa, con una raffica di note alternate da un incedere cimiteriale e da una chitarra che come pugnale avventa l’ultimo attacco, nonostante la parte alternativa della traccia risulti un po’ fuori luogo.Insomma, non poteva che essere l’album della consacrazione.

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