Voto: 
6.2 / 10
Autore: 
Lorenzo Iotti
Genere: 
Etichetta: 
Face The Abyss Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

Sodamned:
- Juliano Regis - chitarra e voce
- Felipe - basso
- Gilson Lange - batteria

Dark Celebration:
- Daniel Goldenberg - voce
- Wendel - basso
- Rodrigo Noll - chitarra
- André - chitarra
- Rodrigo F. - batteria

Tracklist: 


Sodamned:
1.Sodamnizing
2.Dive in Nothing
3.Over the Meadow
4.Locked in the Garret
5.Sky & Earth

Dark Celebration:
6.Infra Dark
7.Reversed Creation
8.Prime Chaos
9.Soul's Harvester Machine
10.Infernal Legions
11.Night's Ritual

Sodamned/Dark Celebration

The Damned Celebration

Nella scorsa decade, anche un paese come il Brasile si è ritagliato il suo bel posto di rilievo nella scena internazionale, con gruppi seguiti in tutto il mondo come Sepultura, Soulfly, Angra e compagnia; i gruppi che giungono a noi non sono però che la punta di diamante di una scena viva e attiva, con un forte sentimento di appartenenza, scena che la neonata label Face The Abyss Records si propone di promuovere e far conoscere all’estero.
Per inaugurare la sua attività nella scena extreme metal brasiliana, la Face The Abiss ha prodotto uno split album diviso tra due giovani band death e black metal, con il proposito di far conoscere due realtà che abbiamo qualcosa di personale e nuovo nella loro musica; le due band in questione sono i Sodamned e i Dark Celebration, da cui deriva il titolo dell’album The Damned Celebration.

Piuttosto interessanti si rivelano le cinque tracce degli esordienti Sodamned, che propongono un death metal a cavallo tra un sound tradizionale e uno più orientato verso il melo-death svedese; queste linee melodiche rappresentano proprio il punto di forza della band, la cui forza sta proprio nel coniugare in modo fresco e originale ritmiche massicce e vocals gutturali con linee melodiche di chitarra che prendono talvolta dal metal classico (vedi la ottima opener Sodamnazing) e talvolta dal black di band come i Dissection. Registrazione abbastanza approssimativa e brani che finiscono per assomigliarsi troppo tra loro, ma la proposta è discreta e piuttosto personale.

Discorso opposto quando si parla dei Dark Celebration, che occupano la seconda metà dell’album: la preparazione tecnica e l’esperienza della band è nettamente superiore (il gruppo ha infatti due full lenght alle spalle), così come la produzione, ma i Dark Celebration peccano in quanto a songwriting, proponendo un black/death metal blando e piuttosto scontato, definitivamente rovinato da inappropriati riff melodici e da un cantato monotono e palesemente filtrato per renderlo più cattivo; sia chiaro, niente di inascoltabile o di particolarmente banale, ma c’è in giro di molto meglio.

Dunque, The Damned Celebration non è un lavoro straordinario che valga la pena avere, ma una curiosa testimonianza di una scena di cui in Europa vediamo solo la punta dell’iceberg; in ogni caso, un grande augurio di buona fortuna alla Face The Abyss, il cui proposito è più che lodevole.

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