- Matteo - chitarre
- Alberto - basso, tastiere
- Mauro - tastiere, basso, chitarre
- Andrea - batteria
- Gianni - voci
1. XI
2. XII
3. XIII
4. XIV
5. XV
6. XVI
7. XVII
8. XVIII
9. XIX
10. XX
Il Rumore Delle Cose
Solamente un anno e mezzo fa, l’opera Un Mondo In Me era stata accolta e descritta con grande entusiasmo dalla nostra testata. I Neronoia ci avevano dimostrato di essere non solo probabilmente la migliore realtà musicale dark-ambient italiana, ma di poter tranquillamente competere con le maggiori produzioni continentali. Oggi la situazione non cambia affatto. Anzi, Il Rumore Delle Cose supera ogni più rosea aspettativa, andando quasi a stupire, se non addirittura a insospettire la critica. Badate bene però che di un eccesso di campanilismo non si tratta.
La seconda opera del moniker italiano, frutto della fusione tra i due progetti targati Eibon Records, Canaan e Colloquio, spezzerà anche i pareri dei più scettici, presentandosi come vero e proprio prodotto di esportazione.
E’ interessante innanzitutto notare come queste altre dieci tracce vengano numerate a cominciare dall’XI, in nettissima continuità con le dieci tracce di Un Mondo In Me. Più curati nei dettagli, pregevoli per un’ulteriore particolarizzazione del sound, i Neronoia ormai si meritano una laurea honoris causa per l’abilità nel plasmare scenografie claustrofobiche e rarefatte, intriganti e inquietanti. Qui gli opposti si attraggono magicamente, forse grazie a una ricerca del minimo effetto sonoro ancora più puntuale di quanto fosse avvenuto nella produzione precedente - tutta da godere è a questo proposito la meticolosa costruzione del capitolo XIV -.
Tracce di industrial tingono infatti molti degli scenari desolati, da cui fanno in tempo a stagliarsi solo le parole del vocalist Gianni; parole dal sapore sempre più cantautorale. Per i poveri d’acume l’ostinazione a liriche in italiano parrà penalizzante, ma questo elemento si rivela sicuramente nevralgico nel panorama della poetica della band. La modalità profonda, quasi svogliata della voce ci suggerisce a una prima lettura una interpretazione nichilista di base del mondo “neronoiano”, quando invece a una più attenta analisi, si comprende come questa rappresenti un distacco quasi epicureo dal rumore delle cose, frammenti di una realtà gelida e sfumata, della quale l’uomo non è apatico osservatore, ma affezionato cultore.
Il percorso sonoro propostoci è una sorta di viatico per una realtà più profonda, nella quale le cose hanno una propria autonomia e con le quali ognuno di noi, anche se a volte inconsciamente, ha uno stretto rapporto. Superato questo velo di Maya che ci divide da quello che vediamo e facciamo, scopriremo un’infinità di colori, di profumi, di suoni prima inimmaginati. Un’infinità di suggestive percezioni che costituiscono il cuore del progetto Neronoia. Avvicinandovi al Rumore delle Cose, ne rimarrete piacevolmente bruciati. Non tentate però di rintracciarvi qualche verità nascosta, saranno la naturalezza e la spontaneità delle parole e dei suoni a farvi toccare con mano che la verità è attorno a voi.