- Hene Muther - voce
- Markus Muther - chitarra
- Philipp Meier - tastiere
- Hungi Berglas - chitarra
- Jonas Loscher - basso
- Thomas Merz - batteria
1. The Calling
2. Pathfinder
3. The Raven's Flight
4. Inspiration
5. The Prophecy
6. Save Me
7. Anthem Of The End
8. Mirror, Mirror
9. Ikarus
10. See You Rise
11. The Lament Of The Wind
A Deep Breath of Life
Prodotti dal bassista dei Pink Cream 69 Dennis Ward, sempre più impegnato in tale ruolo, arrivano con il presente A Deep Breath Of Life al loro esordio discografico gli elvetici Crown Of Glory, formatisi nel cantone di Lucerna nel 1998 e reduci da due mini CD, Destiny del 2001 e Spirit del 2005, che hanno avuto quantomeno il merito di attirare su di essi attenzioni ed aspettative.
Il sestetto svizzero si fa artefice di un sound che trae ispirazione dall'hard rock di Pretty Maids e Pink Cream 69 e dal power metal di Stratovarius, Royal Hunt ed Edguy, fondendo queste influenze per giungere ad un melodic metal molto a passo coi tempi, uniformandosi così a quella che può al momento essere considerata la tendenza predominante in ambito metal classico, e che vede in band come Masterplan o Leverage soltanto alcune tra le tante decise a seguire tale corrente. A caratterizzare e identificare il loro sound però, sul quale si può già porre un preciso trademark che permetta di riconoscerli e distinguerli dagli altri, sono le ritmiche spesso potenti e rocciose, le melodie piene ed avvolgenti, il riffing incisivo, l'interpretazione del singer Hene Muther, che risulta pulita, chiara e potente.
L'importanza riposta sull'aspetto melodico emerge chiaramente fin dal brano posto ad apertura, infatti The Calling è un perfetto esempio di attuale melodic metal, infarcito di sonorità potenti, piene e melodiche, quasi un compromesso di power e melodic hard/AOR, e prosegue con la martellante e fiera Pathfinder, una delle tracce migliori del lotto, in possesso di doppia cassa battente e melodie esaltanti, un brano che mette in evidenza le alte potenzialità live del giovane combo svizzero, che infatti ha già aperto gli show di alcuni nomi più o meno importanti del panorama metal, quali Axel Rudi Pell, Doro, Candlemass e Shakra.
I sei ragazzi del cantone tedesco della Svizzera mostrano anche un songwriting che sa essere vario e spesso pure convincente, dando così loro la possibilità di ottenere una certa eterogeneità tra le varie tracce, come si può ben notare dall'ascolto del disco, dove si passa dalle più pesanti ed heavy-oriented The Raven's Flight e Ikarus, due mid-tempos, più aggressivo il primo più solenne ed oscuro l'altro, che alternano il solito cantato pulito di Hene Muther a vocals al limite del growl, alle due power ballad Save Me e The Lament Of The Wind, entrambe intense, epiche e cariche di pathos, con la prima che riesce a mantenere un elevato grado di attenzione nonostante i suoi quasi otto minuti e la seconda interamente e delicatamente affidata a piano e voce, fino al power metal più canonico, o quasi, di brani come la già citata Pathfinder, The Prophecy, See You Rise e soprattutto Anthem Of The End, altro pezzo pregiato del presente platter. A completare il tutto ci pensano la sinfonica, piena e pomposa Inspiration, quasi un mix di Royal Hunt e Pretty Maids, ed il melodic metal più attuale di Mirror, Mirror.
A Deep Breath Of Life rappresenta quindi un convincente esordio per questa emergente metal band svizzera, la quale, oltre ad aggiungere il proprio moniker accanto a quello dei vari connazionali Krokus, Gotthard, Crystal Ball o Shakra, confermando così la piccola Svizzera una buona fucina di talenti in ambito metal, si candida fin dalla prima uscita a ricoprire un ruolo di primo piano nell'odierno e sempre più battuto, almeno al momento, scenario melodic metal.