- Ted Aguilar - Chitarra
- Rob Cavestany - Chitarra
- Andy Galeon - Batteria
- Mark Osegueda - Voce
- Dennis Pepa - Basso
1. Lord of Hate
2. Sonic Beatdown
3. Dethroned
4. Carnival Justice
5. Buried Alive
6. Soulless
7. The Noose
8. When Worlds Collide
9. God vs God
10. Steal the Crown
11. Resurrection Machine
Killing Season
Che i Death Angel suonino un thrash metal atipico lo si sapeva già tempo. Diciamo fin dal loro strabiliante debutto The Ultra-Violence. Il motivo non sta solo nel particolare legame di sangue che caratterizza quasi tutti i membri, oppure nel fatto di essere stati una delle band tra le più precoci nella storia della musica, ma principalmente nel loro stile sempre a cavallo tra thrash bay-area puro e crudo e speed metal melodico, arricchito da una vena quasi funk e latina. Ed avere tra le proprie fila un cantante atipico come Mark Osegueda, capace di esprimere rabbia e cattiveria con una voce sempre impostata e pulita, non ha fatto altro che mettere ancora più in evidenza la singolarità della proposta della band californiana.
Killing Season si conferma quindi un disco dei Death Angel al cento per cento. Racchiusi in quasi cinquanta minuti di musica ci sono tutti gli elementi tipici del sound dei cinque di San Francisco: suoni mai pesanti, riff coinvolgenti, ricchi di passione che affonda nell'heavy classico e addirittura nell'hard rock, linee vocali squillanti, ritmiche quadrate e potenti, dimostrazione di padronanza degli strumenti senza bisogno di cadere in facili tecnicismi. A questo poi si aggiunge un retrogusto di bay-area che in alcuni punti ci fa balzare indietro di un paio di decenni e sicuramente farà felice i puristi.
Il bello di questo disco sta però nella scelta (veramente poco presa in considerazione da buona parte della scena metal mondiale) di voler modernizzare il sound senza intaccare l'anima e la filosofia della band. E' vero che questo terreno è stato battuto da molti, ma i risultati positivi si contano davvero sulle dita di una mano, con invece serie infinita di tonfi e passi falsi. Killing Season è invece quello che ti aspetti dai Death Angel, ma senza che tutto suoni per forza ripetuto e stantio. Anzi si gusta con piacere e sa di fresco, quasi una logica conseguenza di un percorso di crescita e ammodernamento di un gruppo con alle spalle ventanni di carriera.
Un album che ovviamente è ricco di ottime canzoni come la potente Sonic Beatdown che mette in mostra uno degli elementi più ricorrenti nella musica della band californiana, ovvero il salto da passaggio veloce a riff più ritmato con tanto di coro a più voci in stile hard-core, oppure la quasi megadethiana Soulless o la conclusiva Resurrection Machine, dove le diverse anime del gruppo si incontrano in un continuo susseguirsi di emozioni ed espressioni musicali che toccano il malinconico, le sonorità inizio anni novanta e il thrash moderno e trascinante. Senza poi dimenticare altre tracce a dimostrazione di una ricerca di diversificazione sonora rispetto al resto dei prodotti degli ultimi anni, come l'oscura Dethroned e la moderna The Noose.
Un altro colpo a segno per i Death Angel, gruppo che non sarà amato a 360° ma è sempre capace di regalare emozioni con la propria musica e soprattutto lavori realizzati con passione. Senza contare che l'aver alle spalle una major come la Nuclear Blast ha permesso una produzione sopra la media. Un acquisto consigliato anche a chi non digerisce il thrash metal più estremo.