- David Of Alayza - chitarra e voce
- Ryan L. Wallace - chitarra
- Guidot - pianoforte
- Angel McGuinnes - batteria
- Joe E. Esponsito - basso
1. Around Us
2. Dark Feel
3. Frank And Tom Are Walking...
4. The Day Of Afternoon
5. A Reason To Die
6. Desert Clouds
Dharma Bums
Melodie malinconiche e atmosfere soffuse sono le caratteristiche fondanti del sound dei Desert Clouds, quintetto italiano che cerca di rivisitare in maniera moderna il rock psichedelico del passato, unendolo ad una sensibilità tipica del neonato panorama alternativo ed indipendente. Figli dei Black Heart Procession meno tenebrosi e più aperti all’approccio diretto delle canzoni, i Desert Clouds giungono alla pubblicazione del primo mini cd Dharma Bums nel 2007, proponendo sei canzoni che spaziano dalla tradizione rock cantautoriale al Blues dei tempi andati.
Around Us mostra da subito le ottime qualità strumentali del combo, elegante nei temi di pianoforte e raffinato nell’accompagnamento ritmico; la voce che accompagna l’ascoltatore in questo equilibrio tra presente e passato rimane mesta e desolata, circondando in modo efficace le composizioni fino a certe esplosioni che appaiono invece troppo sforzate.
Dark Feel ha un sapore più vicino ai Radiohead sperimentali di Paranoid Android, ma fa perdere la precisione che aveva contraddistinto la convincente traccia d’apertura, per colpa anche della registrazione poco professionale in alcune sezioni.
E se Frank And Tom Are Walking... è una ballad intrisa di tristezza e ricca di reminescenze cantautoriali, The Day Of Afternoon scava nel Folk Rock con i suoi timbri distesi e leggeri. Purtroppo i Desert Clouds non riescono a far emergere chiaramente le loro buone idee, perché la struttura confusionaria di certi pezzi (A Reason To Die in particolare) non rende giustizia ai motivi elaborati che vengono presentati dal pianoforte o dalle chitarre: così si sviluppa in modo decisamente insipido la parte finale di un mini cd che poteva essere curato meglio sotto l’aspetto della produzione e sotto l’organicità del song-writing.
E sulle note della lenta, cadenzata, ma fin troppo ordinaria Desert Clouds si conclude Dharma Bums, un ep che introduce il quintetto sulla scena italiana ma che non riesce ad evolversi in modo lineare. I fraseggi sono di certo carichi di emozioni e di tinte quasi impressioniste, ma manca quell’organizzazione curata a livello di struttura, che deve caratterizzare ogni lavoro ragionato.
Si auspica comunque che i Desert Clouds possano tessere nuove composizioni ricalcando lo stile finora presentato, migliorando la forma e inserendosi così all’interno di quella piccola ma feconda fetta del panorama indipendente italiano che guarda con nostalgia alle sonorità psichedeliche e ai meandri dei cantautori degli scorsi decenni.