- Juhani Palomäki - voce, chitarra, basso, tastiera
- Aki Kuusinen - batteria
1. Prologue: Nascentes Morimur (00:55)
2. Kaleidoscopic Inscape (08:29)
3. Sphere of Disgust (04:32)
4. Return (03:47)
5. Datura Stramonium (01:57)
6. October Rain (04:58)
7. Lethean Waters (03:25)
8. Merging into Landscapes (05:45)
9. Dead (03:32)
10. The Dying Morn (06:32)
11. Epilogue: Nemo Ante Mortem Beatus (02:39)
Merging Into Landscapes
Nati nel 1994 sotto il moniker Flegeton (tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri), gli Yearning sono un duo finlandese che propone un Metal oscuro a cavallo tra il Doom atmosferico delle realtà nordiche e le sonorità di acts più sperimentali quali Opeth ed Arcturus. Dopo aver realizzato quattro album intrisi di malinconia ma ancora poco maturi sul livello del song-writing, i due finnici giungono nel 2007 alla pubblicazione del quinto Merging Into Landscapes, che si preannuncia già dall’introduzione Nascentes Morimur come un lavoro estremamente raffinato nell’ambito della produzione e ben consegnato nella sua struttura.
Ispiratisi al pensiero di Sartre e alle magie letterarie di Baudleaire, gli Yearning accompagnano l’ascoltatore in un triste viaggio nel paesaggio autunnale, fondendo Dark-Doom Metal, musica Ambient e tocchi Progressive che potranno essere apprezzati da coloro che sono alla ricerca di un sound ricco di sfaccettature diverse.
Splendido è l’incipit Kaleidoscopic Inscape, una monumentale traccia che conserva un’atmosfera introspettiva, incupita dagli interventi di un growl penetrante degno degli Opeth di Ghost Reveries; la lentezza dei fraseggi di chitarra si contrappone alle architetture incisive della batteria, che lasciano comunque spazio a passaggi avvolgenti e a soluzioni più distese.
Sphere Of Disgust segue la scia della precedente, avviandosi come un tipico episodio Doom nordico ed evolvendosi in strutture complesse ed elaborate, cariche di punte Progressive, mentre la terza Return appare come un capitolo da dimenticare per la sua estrema banalità.
L’intervallo Ambient Datura Stramonium immette nella sperimentale October Rain, dove musica atmosferica nordica si unisce con un Progressive barocco ed originale, quasi unico all’interno del panorama estremo europeo.
E se Lethean Waters si pone come l’ennesima prova di preziosismo musicale, conferito soprattutto dal supporto degli aloni di tastiera, la title-track Merging Into Landscapes è descritta in modo spettrale dal binomio chitarra acustica-cori.
I chiaroscuri dello stile degli Yearning fanno acquisire all’album un fascino particolare, come viene testimoniato dalle sonorità a ratti allucinate di Dead, triste inno alla morte che invia verso la conclusione dell’opera: The Dying Morn è densa degli effetti teatrali dei norvegesi Arcturus e quindi solo Nemo Ante Mortem Beatus chiude in modo intimo e freddo con il suo Doom disperato ed angosciato.
Certamente diverse sezioni di Merging Into Landscapes potevano essere migliorate, perché una traccia come Return compromette la resa finale di un lavoro curato sotto l’aspetto della registrazione e supportato da un tessuto lirico di buona fattura.
Si auspica comunque che gli Yearning continuino su questa strada, perché il quinto full-lenght di studio appare come un prodotto che può distinguersi sulla scena estrema europea con il suo sound mesto e desolato, tipico delle terre scandinave che da anni a questa parte rappresentano il polo principale per tale tipo di timbri.