- Freddy (Left Face of Maradou) Lim - voce, violino orientale
- Jesse (The Infernal) - chitarra
- Doris (Thunder Tears) - basso, cori
- CJ (Dispersed Fingers) - synth, pianoforte
- Dani (Azathothian Hands) - batteria
- Su-Nung (The Bloody String) - violino orientale
1. City of Obscurity
2. Onset of Tragedy
3. Revert to Mortal Territory
4. Grab the Soul to Hell
5. Decomposition of the Mother Isle
6. Floated Unconsciously in the Acheron
7. Indigenous Laceration
8. Bloody Gaya Fullfilled
9. Quasi Putrefaction
10. Guard the Isle Eternally
11. Relentless Recurrence
Pandemonium
Pandemonium è la raccolta che corona il decennio 1996-2007 della band taiwanese di Black Metal sinfonico Chthonic, decisamente poco conosciuta ai cultori del panorama estremo europeo, ma dotata di potenzialità elevatissime. Il quintetto di Taipei è infatti interessato a riscoprire le tradizioni millenarie della propria terra, dissolutesi dopo la conquista dell’isola orientale da parte della dinastia cinese Han.
Il moniker Chthonic deriva invece dal Dio sotterraneo dell’antica Grecia, personificazione delle forze sismiche o vulcaniche, a testimonianza che il six-piece Black Metal fondi la propria opera compositiva sul culto del mito e del folklore.
A tal proposito il Black proposto è carico di elementi provenienti dai timbri popolari orientali e i Chthonic rivendicano la derivazione del loro face-painting dai travestimenti usati nelle parate religiose degli antichi miti taiwanesi.
Le qualità tecniche della band sono invidiabili da qualsiasi altro act orientale, perché i ritmi presentati sono sostenuti e densi di sinfonie elaborate, degne dei migliori Cradle Of Filth passati o delle nuove leve come i russi Tvangeste. Lo screaming acuto e tagliente è affiancato da voci femminili spettrali, da lamenti di dolore e da sezioni filtrate, mentre il tappeto sonoro prevede la centralità dello strumento tipico Er-Hu, una specie di violino che emerge dai riff incisivi delle chitarre distorte.
Onset Of Tragedy è una traccia degna delle migliori realtà scandinave, poiché la struttura appare matura e convincente e perché l’interpretazione della band è impeccabile sia nelle parti più diaboliche che in quelle più distese.
Le tracce spesso si somigliano tra loro e le differenze sono rappresentate solo dai fraseggi folcloristici che descrivono atmosfere misteriose e soffuse.
Bloody Gaya Fulfilled è una canzone che vede la sovrapposizione fra il registro soave della voce femminile e il classico accompagnamento Black Metal, che sfocia in architetture tipiche dei Satyricon delle origini: riffs scanditi e cadenzati tracciano la base di una canzone strutturata su più livelli di sinfonia, che appare travolgente nel suo approccio complesso, mentre tocchi avant-gardistici in stile Arcturus si ritrovano nella nona Quasi Putrefaction.
Sebbene Pandemonium costituisca una compilation professionale (per il cofanetto speciale confezionato dalla SPV) che evidenzia le doti di un gruppo davvero meritevole e preparato, non si può che criticare la scelta dei Chthonic di pubblicare tre Best Of nel breve periodo di cinque anni a fianco di una discografia in confronto abbastanza povera (solo quattro full-lenght di studio).
Pertanto si consiglia l’ascolto di questa raccolta solo a coloro che vogliano accostarsi ai brani dei Chthonic registrati con una produzione più professionale o a chi non ha mai avuto modo di misurarsi con questa realtà estrema del lontano Oriente.