Voto: 
8.5 / 10
Autore: 
Paolo Cazzola
Etichetta: 
Toff Records
Anno: 
1996
Line-Up: 

- Nick Barrett - chitarra, voce
- Clive Nolan - tastiere
- Fudge Smith - batteria
- Peter Gee - basso

Tracklist: 

1. The Masquerade Overture (3:03)
2. As Good As Gold(7:15)
3. Paintbox (8:39)
4. The Pursuit Of Excellence (2:37)
5. Guardian Of My Soul (12:41)
6. The Shadow (9:55)
7. Masters Of Illusion (12:51)

Pendragon

The Masquerade Overture

La memorabile band dei Pendragon nasce in Inghilterra nel 1978 dalla geniale mente di Nick Barrett, cercando di riportare ai fasti di un tempo i suoni progressivi di band come Genesis e Yes, dando vita, insieme a band come Porcupine Tree e Marillion al cosidetto neoprogressive. Nick Barrett richiama quindi a se musicisti validissimi e da alla luce vere e proprie pietre miliari del rock made in UK, come The World uscito nel 1991 e The Window Of Life del 1993.

I Pendragon riuscirono a farsi notare nell’immenso e spietato panorama musicale inglese, proponendo un sound variegatissimo e, seppur ancorato alla tradizione progressive settantiana, notevolmente “nuovo” e al passo coi tempi. Dopo svariati cambi di line-up, (soprattutto agli esordi), la band si stabilizza pur conferendo a Barrett il ruolo di leader assoluto, e lasciando immutata la sua formazione per addirittura vent’anni. Nel ’96 vede la luce il quinto capitolo discografico della band britannica, che coincide secondo moltissima gente (sottoscritto compreso), con il suo capolavoro assoluto. Sto parlando ovviamente di The Masquerade Overture.

Il disco in se è un concept, infatti va ad analizzare il continuo contrapporsi tra bene e male, luce e buio. Basti pensare all’intro The Masquerade Overture per cogliere l’intensità e l’impegno sprigionati dai Pendragon, che con una canzone corale e dalla sapiente maestosità ci introducono al primo tassello del disco, ovvero As Good As Gold. Superato l’onirico e soffuso incipit, un crescendo ci porta alla strofa vera e propria, altalenante fra la voce di Barrett e il motivo dettato dall’organo. Il suono è fresco, molto gradevole e gli stacchi sono molto curati da tutti i musicisti del quartetto, che sembrano dialogare molto facilmente e completandosi l’un l’altro. Paintbox è invece una traccia meno esplosiva, ma molto più densa di pathos e di atmosfera rispetto alla precedente. Le due strofe vengono separate da un break strumentale assolutamente degno di nota, nel quale ogni strumentista si ritaglia un suo personalissimo inserto, primo su tutti il tastierista Clive Nolan. The Pursuit Of Excellence è una brevissima canzone per voce e tastiera, molto sentita e colma di passione a dir la verità, ma che fa da apripista a Guardian Of My Soul, altra gemma di questo The Masquerade Overture. Aperta da suoni orientaleggianti, la canzone dopo qualche istante si accascia su una tenue strofa scandita dalle parole del cantastorie Barrett. Un crescendo ci porta poi alla sezione principale della canzone, ariosa ed energetica, in pieno stile Pendragon. Probabilmente in questa canzone le prestazioni dei singoli componenti si accentuano come non mai, creando degli intrecci e delle aperture melodiche notevoli, mostrando la grande maestria del quartetto britannico. The Shadow si apre con un tappeto di tastiere e pianoforte a contorno della sospirata ma nello stesso tempo decisa voce di Nick Barrett. La canzone rimane su toni soffusi per la maggior parte della sua durata, catapultandoci nelle campagne inglesi e calandoci in quell’atmosfera così magica e onirica tipica dei Pendragon. Punto più alto di questa The Shadow non può non essere il ritornello corale, che chiude il pezzo per lasciarci all’ultimo capitolo di quest’avventura, ovvero Masters Of Illusion. L’inizio è fin da subito molto progressivo e pieno di sezioni interessanti, dominate dalle melodie tessute dalla tastiere e dal ritmo meno che mai scontato delle percussioni. La canzone riassume a se tutto quello che ci accompagnato in questo The Masquerade Overture, riportandoci alla mente le entusiasmanti melodie tastieristiche e gli assoli di Barrett.

Dopo circa un ora di pura magia, il viaggio attraverso il ballo mascherato nella Venezia raffigurata in copertina è giunto al termine.  I Pendragon hanno saputo tessere il tassello più ispirato e brillante della loro discografia, componendo un disco apparentemente senza pecche né punti deboli. Sette canzoni molto diverse tra loro ma facenti parte di un unico grande sentiero. Un disco magico, da avere, ascoltare e amare.

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