Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Maanalainen Levykauppa
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Retu - voce
- Pekka - chitarra, cori
- Taneli - chitarra, cori
- Matti - basso, cori
- Eero - batteria, cori


Tracklist: 

1. Tiedä Mikä Olet
2. Ihmisen Jälki
3. Riita
4. Vapautat Pedon
5. 5 Sekuntia Ennen Kuolemaa
6. Raja
7. Näky
8. Omistettu
9. Viimeinen Sana
10. Viimeinen Sana

Sotahuuto

Ihmisen Jälki

La band finlandese dei Sotahuuto rappresenta una di quelle formazioni emergenti del Metalcore europeo che ambisce ad unire ai timbri violenti tipici del genere un contesto lirico di stampo cristiano, simbolo comune a molte altre realtà simili. Introdotto da una copertina oscura e davvero ben realizzata, Ihmisen Jälki è il secondo capitolo discografico del five piece di Helsinki, che riesce a tessere un connubio di Metal e Hardcore abbastanza interessante, sia per la sua accentuata tendenza verso i lidi più malati del Core, sia per l’elettronica che affiora a tratti sopra le architetture soffocanti delle chitarre distorte.
Le voci sono grintose e cariche di rabbia, mantenendosi sempre su un growl che non sfocia mai nel lamento tipico dell’Hardcore d’oltreoceano. Il sound dei finnici è difatti più legato alla tradizione europea, come testimonia l’ampio impiego di mid-tempo e l’assenza della sezione ritmica dei classici gruppi Hardcore statunitensi.

Tra i brani più impetuosi e meglio strutturati si possono di certo rammentare la title-track Ihmisen Jälki, pezzo forte del disco per il suo andamento vorticoso e per la presenza di una melodia dal sapore maestoso, e la successiva Riita, che mette in evidenza la maturità dei Sotahuuto nell’ambito ritmico: spesso le voci perdono competitività, soprattutto quando non sono supportate dai riffs caotici che caratterizzano gran parte del platter, ma viene garantito un risultato positivo grazie alla registrazione professionale e curata.
Sembra quasi che senza l’uso della voce le canzoni dei Sotahuuto possano conservare un fascino superiore, poiché elaborate con grande precisione negli intrecci della chitarra: non manca neppure l’introduzione della chitarra clean, come testimonia la quarta Vapautat Pedon, costruita su un incedere meno sostenuto, che valorizza comunque il notevole lavoro strumentale della band.
L’intero disco è sviluppato attraverso passaggi tenebrosi, che rispecchiano in pieno la tetra copertina e che richiamano da vicino lo stile drammatico di altri acts come gli Heaven Shall Burn (distanziandosi dalla scuola americana di As I Lay Dying, Killswitch Engage e simili).
Più si procede nell’album, più si incontrano canzoni che amano ripercorrere la tradizione del Thrash di Machine Head e Sepultura, conferendo allo stesso tempo un gusto più moderno ed opprimente (il binomio Raja-Näki in primis).

In definitiva, ciò che stupisce del quintetto di Helsinki è la capacità di evolvere un timbro Metalcore assai differente da quello proposto dalle innumerevoli formazioni della scena europea ed americana, perché alla melodia mista a violenza tipica degli altisonanti nomi in contratto con le majors viene sostituito un contesto più inquietante ed oscuro (presentato in veste ancora più estrema solo dai Black Dahlia Murder e dagli Heaven Shall Burn).
Pertanto si consiglia l’ascolto di Ihmisen Jälki a coloro che cercano un minimo di innovazione in un panorama ormai fin troppo ripetitivo e monotono: le uniche pecche del secondo full-lenght dei Sotahuuto sono infatti solo la sua scarsa durata e un’occasionale carenza a livello vocale, pecche che potranno essere superate in futuro dal song-writing valido e coinvolgente dei cinque finlandesi.

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