- Panda Bear (Noah Lennox) – Tutti gli strumenti, voce, programming, sampling
1. Comfy in Nautica
2. Take Pills
3. Bros
4. I’m Not
5. Good Girl/Carrots
6. Search for Delicious
7. Ponytail
Person Pitch
Lasciatosi alle spalle le tristi vicende da cui nacque il suo secondo disco “Young Prayer” (2004, e dedicato al padre deceduto poco tempo prima) ed incamminatosi verso una nuova vita trasferendosi in Europa (a Lisbona, per l’esattezza), il buon Noah Lennox –noto ai più per essere il ‘Panda’ degli Animal Collective– propone un nuovo episodio solista con cui deliziare i suoi appassionati.
“Person Pitch”, uscito nei primi mesi del 2007, deriva quindi da presupposti completamente diversi rispetto al suo predecessore, anche perchè vede un Noah rivitalizzato dalla nascita della sua prima figlia: il mood dell’artista si riversa sulla sua creazione, lontana dalle tristi vibrazioni acustiche di “Young Prayer” e caratterizzata da un feeling positivo e solare, infuso sia dalle melodie sonore –scelte con sapiente cura– che dalla voce bambinesca e chiara di Noah, decisamente ben integrata nel pot-pourri generale.
Questo nuovo disco di Panda Bear, infatti, è un bellissimo –e straordinariamente organico!– guazzabuglio di suoni, accorpati con certosina abilità e minuziosa attenzione da un Noah che si rivela ancora una volta straordinario nello sfruttare in maniera esperta gli strumenti elettronici, i sintetizzatori ed il computer; l’elaborazione estenuante ed accorta di samples della più varia estrazione –da field recordings del presente al campionamento di melodie di brani ripescati dal passato– è infatti la base su cui si fonda “Person Pitch”, una base su cui s’innestano i ritmi discreti ma indovinati di Noah e le sue armonie vocali luminose ed abbaglianti (spesso sovraincise per trasformarsi in vere e proprie sezioni corali), così eteree, semplici e dolci da diventare presto parte integrante del sottofondo musicale del disco: a risaltare, infatti, non è uno strumento singolo o un suono particolare, quanto piuttosto la melodia ‘complessiva’ di ogni brano, portata avanti da un orchestra sintetico-acustica che imposta un aggraziato concerto di Ambient-Pop psichedelico in cui le sonorità radiose, scorrevoli ed appaganti del Brian Wilson di “Smile” (oltreché dei suoi Beach Boys d’annata) sono filtrate dalla sensibilità ‘indie’ del Noah odierno, contemporaneamente abile artigiano dei suoni e sofisticato guru dei rumori.
Nonostante una certa tendenza alla prolissità (che a tratti le fanno risultare ridondanti), i capolavori del disco sono la terza song “Bros” (vibrazioni simil-etniche surreali ed ipnotiche) e la suite in quinta posizione “Good Girl / Carrots” (incursioni tribali, intermezzi al limite dell’industriale, vocalizzi d'angelico Pop), entrambe lunghe una dozzina di minuti, con sezioni più meccaniche ad alternarsi a naturalissime divagazioni Folk, mentre sonagli e tamburelli accompagnano le sobrie chitarre acustiche, con tocchi pianistici e svariati tintinnii ad abbellire le fantasiose ambientazioni su cui si muove, incorporea eppure decisiva, la voce di Noah. Più concisi e compatti, ma anche meno coinvolgenti, gli altri episodi, che condensano in frammenti da quattro minuti le soluzioni e le idee di Noah: spiccano quindi per la loro immediatezza “Comfy in Nautica”, chiusa da tetri drones ed aperta da un inquietante rumorismo percussivo degno dei ‘peggiori’ Neubauten (ma caratterizzata al suo interno da cori soavi e speranzosi), ed anche “I’m Not”, in cui i battiti della grancassa sono attutiti da sibili celestiali.
Tra i brani ‘minori’, però, il più meritevole è indubbiamente “Take Pills”, praticamente scissa in due parti: nella metà iniziale, misteriosi e ribollenti rumori di background s’intersecano lentamente ad accordi sparsi ed alla rilassatissima voce di Panda, realizzando una calma stasi Ambient tutta da gustare; nella seconda frazione ci troviamo di fronte ad un Folk-Pop dalle tinte Psichedeliche, vivace, ondeggiante e piacevolissimo, sostenuto dai poderosi colpi pizzicati del basso ed impreziosito dalle armonizzazioni delle svariate tracce vocali: tutto ciò, senza mai finire sopra le righe, senza mai esagerare, come se ci si trovasse in un sogno, fatalmente destinato a svanire nel momento in cui lo si prendesse troppo sul serio.
Gli indie-kids che se lo fossero lasciato sfuggire si attrezzino adeguatamente e recuperino la mancanza, poiché “Person Pitch” è uno dei capitoli più riusciti e affascinanti del 2007, grazie alla sua miscela personalissima e straniante che fra trasparenze Ambient e coloratissime fantasie Pop sposa “Pet Sounds” dei Beach Boys a “Here Comes the Indian” degli Animal Collective: delicato e piacevole, estremamente ricercato nella sua semplicità, “Person Pitch” è la miglior opera del Noah Lennox solista (e, volendo proprio forzare un teorico confronto, risulta più convincente anche delle recenti pubblicazioni del suo progetto principale), un disco perfetto per riconciliarsi con sé stessi dopo una giornata stressante, grazie ad una melodiosità che rinfresca la mente e carezza le nostre orecchie.