- Eldur - voce, chitarra, basso e tastiere
- Fimbultyr - batteria e percussioni
1. Bifröst (02:08)
2. Odin's Sacrifice (07:59)
3. Baldur's Murder (05:36)
4. World Of Hel (07:05)
5. The Arrival Of Fenris (05:59)
6. Náströnd (07:12)
7. The Presence (05:41)
Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris
Fra le tante produzioni targate No Colours di questo 2007, una fra le più interessanti risulta senza dubbio il secondo album dei Fortid. Praticamente sconosciuti ai più e poco noti anche a livello underground, i Fortid sono la creatura musicale di Eldur, attivo negli ambienti Black europei dal lontano 1995. Già membro di Curse, Sykdom e Thule (poi Potentiam), Eldur non si può certo considerare un musicista poco esperto, e questa suo nuovo progetto chiamato Fortid lo conferma. Ad accompagnarlo nell’avventura troviamo soltanto Fimbultyr, batterista e percussionista del gruppo. Nati a Kopavogur, in Islanda, nel 2002, i Fortid passano subito sotto No Colours Records (che già aveva collaborato con Eldur in passato), con la quale pubblicano il proprio esordio discografico: Völuspá Part I - Thor's Anger. Dietro al nome del disco si nasconde una trilogia dalle tinte nordiche e pagane, trilogia che prosegue nel 2007 con Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris, uscito a distanza di quattro lunghissimi anni dal suo predecessore.
Introdotto da una copertina senz’altro più curata rispetto a quella della prima parte, Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris si attesta quale opera poco innovativa a livello di sonorità e tematiche trattate. Quello dei Fortid non è comunque un progetto improntato alla sperimentazione. Si tratta piuttosto di un complesso che ha nelle atmosfere evocate, epiche e spesso surreali, il suo principale punto di forza. Già dal preludio intitolato Bifröst si possono percepire le coordinate stilistiche su cui si basa l’intera opera: un Viking Metal solenne e marziale, che spesso e volentieri si addentra in territori prettamente Black. Come già asserito, la componente atmosferica gioca un ruolo fondamentale all’interno di Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris, trovando spazio nelle frazioni meno impetuose dell’album (la stessa Bifröst, il lungo coro centrale della successiva Odin's Sacrifice).
Sebbene la produzione non raggiunga livelli entusiasmanti, Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris resta comunque un’opera a cui gli appassionati del genere farebbero bene ad avvicinarsi. Sia le parti di tastiera che quelle di chitarra risultano davvero buone, mentre il drumming potrebbe essere migliorato ulteriormente. Per quanto concerne la sei corde di Eldur, essa alterna riff taglienti ad arpeggi puliti tinti di malinconia, non rinunciando persino a qualche sopradico assolo estremamente apprezzabile. Il cantato di Eldur varia invece da un tradizionale screaming lacerante ad uno stile tipicamente Viking, sulla falsa riga di mostri sacri quali Falkenbach e Isengard. Uno dei vantaggi del disco è quello di non fossilizzarsi troppi sugli stessi ritmi, oltre al fatto di adottare soluzioni piuttosto differenti fra loro. Ciò rende Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris un lavoro obbiettivamente valido, nonostante un non ci sia alcuna traccia di capovolgimenti sonori.
Senza dubbio superiore a Völuspá Part I - Thor's Anger, Völuspá Part II - The Arrival Of Fenris conferma le buone qualità di uno dei più eclettici artisti Black islandesi: Eldur. Ai fedelissimi di Viking - Black non può quindi mancare un disco simile alla propria collezione, anche perché ormai, dato il numero di band, è davvero difficile trovare nuovo materiale di questi livelli. Ora non resta che aspettare la terza parte della trilogia, sperando di poter ascoltare qualcosa di ancora più vario ed interessante.