- Daniel González - voce
- Tino Hevia - chitarra
- David Figueiras - chitarra
- Pedro Junquera - basso
- Ana Fernández - tastiere
- Rafael Yugueros - batteria
1. Invocation
2. The Dark Side
3. A Hero Reborn
4. Slaves Of Fear
5. Blood Brothers
6. Prisoners Of Fate
7. Echoes Of The Past
8. Elegy
Part I - Confrontation
Part II - Light Between The Darkness
Part III - Agony
9. Legend
The Dark Side
Gli Iberici Dark Sun a dispetto del nome arrivano dalla mediterranea e solare Spagna, dove con il monicker Northwind avevano già raggiunto una certa notorietà, prima di sciogliersi nel 2002 e dar vita a questo nuovo progetto, che a quanto pare per questioni legali non ha potuto tenere il precedente monicker.
Eccoli adesso giungere alla loro seconda uscita con The Dark Side, che segue El Legado del 2004, un album di power metal sinfonico ed infarcito di parti strumentali idonee a mettere in vetrina tutta la perizia tecnica dei vari componenti della band, mostrando un sound non di certo molto originale, in una scena peraltro fortemente inflazionata come quella del power, trovando così similitudini con i vari Rhapsody Of Fire, Nightwish ed Angra, senza tralasciare l'influenza su di loro esercitata dai teutonici Rage, tanto che Peavy Wagner non nega il suo contributo su quest'ultima opera degli iberici duettando con il singer di casa Daniel González in Prisoners Of Fate, che introdotta da tastiere fin troppo appariscenti prosegue poi in uno speed/power che mostra anche innesti progressive e strumentali in stile Angra, ma ne vien fuori un groviglio fin troppo ridondante e non pienamente convincente. González non se la cava affatto male, mostrando una voce estesa e potente, particolarmente adatta al genere proposto dalla sua band, anche se quando gli viene affiancato un veterano come Wagner ne esce un po' ridimensionato in quanto a cattiveria e grinta.
Tralasciando l'intro Invocation, la partenza è particolarmente sinfonica e pomposa con The Dark Side, che mostra il lato più melodico e sinfonico degli spagnoli, grazie anche ad un bel chorus e alla buona performance del singer, e le stesse cose si percepiscono dall'ascolto di A Hero Reborn, in cui si apprezzano in maniera particolare le parti più lente e melodiche, oltre a confermare la loro abilità nel costruire chorus efficaci e piacevoli.
Slave Of Fear ha ben poco da dire, un pezzo senza infamia e senza lode, ed anche Blood Brothers e la già citata Prisoners Of Fate conducono stancamente il lavoro alla sua parte finale, che dopo il power melodico, di estrazione quasi hard rock, della buona Echoes Of The Past, trova nella trilogia Elegy la parte nevralgica dell'intero album. Buone qui le atmosfere cavalleresche ed eroiche, con tanto di trombe e tastiere dal flavour solenne, ma a spiccare e coinvolgere maggiormente è proprio la più breve Part II - Light Between The Darkness, mentre presa nel complesso la trilogia convince ben poco, infine la power ballad per piano e voce Legend, breve e malinconica, a tratti noiosa ma a tratti anche piacevole, benché ancora una volta pecchi forse di originalità.
Il lato oscuro in questo lavoro degli iberici Dark Sun purtroppo è più di uno, e nonostante la buona produzione, qualche piacevole composizione ed una buona tecnica, oggigiorno serve tutt'altro per emergere in una scena così inflazionata, ed ultimamente anche tendenzialmente messa in disparte, come quella del power.