Capitanati dal chitarrista inglese Edward Box arrivano al loro debutto i britannici Vendetta, band attiva da circa un anno e già pronta a scaldare le platee dell'hard n' heavy con questa loro prima uscita intitolata Tyranny Of Minority ed edita dalla Lion Music.
Motivi di particolare interesse del presente debut sono sia la performance di Edward Box alla voce, dato che dovrebbe essere per lui la prima volta che si cimenta in questo ruolo, cosa che lo ha portato ad un percorso preparatorio come vocalist con largo anticipo rispetto ai lavori di registrazione, sia la prova delle due chitarre dello stesso Box e Pete Thompson, i quali cercano di ricreare quell'intrecciarsi di riff e solos che fece la fortuna dell'inconfondibile guitar-work di casa Priest con la mitica coppia Tipton-Downing. E non a caso anche il loro sound è in parte riconducibile a quello della storica metal band britannica, prendendone però le distanze per una maggior propensione per l'hard rock asciutto e tagliente e qualche leggera ed appena percettibile incursione in territori prog.

Box dietro al microfono sfodera una prestazione non certo da novellino, mostrandosi pungente e grintoso, ma talvolta si ha la sensazione che manchi qualcosa in potenza, mentre la prova delle due asce convince ampiamente, sia dal punto di vista tecnico-esecutivo, cosa superflua e scontata che forse non era neanche il caso di precisare, sia sotto l'aspetto compositivo.
Tyranny Of Minority ha anche il merito di risultare vario e piacevole all'ascolto, pur tuttavia senza presentare particolari picchi qualitativi o composizioni eccelse o memorabili, ma riuscendo a spaziare ed al contempo coinvolgere dall'heavy di scuola preistiana di Generation Kill, mid-tempo ben fatto e caratterizzato dalla presenza di riff e solos notevoli, sempre taglienti ed incisivi, o I Executioner, più pachidermica e rocciosa, in possesso anche di un refrain semplice, cattivo ed efficace, fino all'hard rock asciutto e grintoso di Golden Boy, bel brano sempre impreziosito dall'ottimo guitar-work sfoderato dalle due asce, oltre che da un bridge ed un refrain davvero riusciti.
Qualche lieve rimando heavy/prog, lontanamente in stile Crimson Glory, in brani come Doorways Of The Mind, con un approccio di certo più arioso e meno cupo rispetto alla band americana, ed anche in Red Skies, questa più cattiva ed ornata da un solo strepitoso, mentre ritmiche più sostenute e doppia cassa in bella mostra si impongono in Plastic God e soprattutto in Bones To Dust, lo stop and go delle chitarre e le grintose linee vocali stanno invece alla base della buona riuscita di Lost Cause. Si torna all'heavy potente ed aggressivo di All Fall Down, ancora un bel solo melodico e perfettamente incastrato nella composizione, e No Safe Hole, altro mid-tempo roccioso e potente, prima di chiudere con la ballad Window Of The Soul, un bel lento tipicamente heavy attento a non cadere mai in facili melodie.

Un bello e discreto esordio quindi questo dei Vendetta, niente di fondamentale ma di certo piacevole , forse solo un po' troppo costante non mostrando mai particolari picchi, ma neanche preoccupanti cadute di tono, mentre se pur apprezzabile è l'impegno profuso da Box nel mettersi alla prova come vocalist, in alcune occasioni un timbro più potente e deciso avrebbe magari influito in termini positivi sulle canzoni.