- Marco Kehren - chitarra, voce
- Giuseppe Orlando - batteria
- Jurgen Bartsch - basso
1. Krematorium
2. Carpet Bombing
3. Manoeuvre East
4. Napola
5. MG-34
6. False Flag
7. Nerve Agent
8. Morphium
Warfare Machines
Sono trascorsi quasi quindici anni dall’inizio dell’attività del progetto Deinonychus, one man band condotta dall’olandese Marco Kehren e nata sulle ceneri della formazione Black Metal Malefic Oath, ma il compositore di Brunssum sembra non aver ancora esaurito il proprio desiderio di tradurre le sue angosce in sonorità Dark/Doom, sulla scia di celebri acts come Bethlehem. Il nuovo capitolo Warfare Machines si presenta come un lavoro malato e carico di follia timbrica, perché capace di spaziare dal Dark più apocalittico ai colossali fraseggi Doom/Sludge. Ad accompagnare Kehren in questa sua nuova avventura discografica sono intervenuti Jurgen Bartsch dei Bethlehem e Giuseppe Orlando dei Novembre, che hanno saputo garantire sezioni ritmiche efficaci e ben strutturate. Dal punto di vista tematico i testi di Warfare Machines sono completamente incentrati, come il titolo suggerisce, sulla guerra e sulle armi impiegate, argomento ben diverso da quelli esplorati dai precedenti platters.
Dopo un’introduzione allucinante e caotica, scandita dal ruggito penetrante di Kehren e denominata Krematorium, si passa a Carpet Bombing, traccia dall’atmosfera inquietante e maligna: la voce straziante si eleva su riff complessi e non privi di un sapore Black, che si percepisce anche nei ritmi tracciati dalla doppia cassa di Orlando e dalle dense linee di basso. La direzione tipicamente Sludge si ritrova in Manoeuvre East, dove architetture sonore non lontane dagli Isis più grezzi si combinano con una voce narrante gelida e costante; e se Napola non disdegna reminescenze dai Katatonia di Dance of December Souls e Brave Murder Day, MG-34 travolge l’ascoltatore con la sua violenza di stampo Black Metal. Il tono vocale si adatta ad ogni contesto, mutando registro dal profondo growl al malinconico screaming, ma mantenendo sempre una certa maturità ed accuratezza.
Il progetto Deinonychus riesce pertanto a proseguire nel tempo preservando la competitività del primo periodo, cioè di quando Kehren era sotto contratto discografico con la prestigiosa etichetta inglese Cacophonous Records, nel cui roster erano allora presenti Dimmu Borgir, Cradle Of Filth e Primordial.
Warfare Machines è un prodotto estremamente interessante per l’angoscia che trasuda in tutta la sua lunghezza ma il difetto più significativo è proprio la sua scarsa durata, di soli 33 minuti. Un plauso va tuttavia all’italiana My Kingdom Music, che dal 2002 ha accolto Kehren tra i suoi artisti e che è costantemente attiva nella ricerca di valide formazioni nella scena nazionale ed europeo. Si consiglia in definitiva l’opera a tutti gli amanti dei meandri più apocalittici del panorama estremo contemporaneo, perché Warfare Machines è circondato da un alone di sofferenza e di confusione che atterrirà l’ascoltatore, affascinandolo.