- Mariusz Duda - voce, basso
- Piotr Grudzinski - chitarra
- Piotr Kozieradzki - batteria
- Michal Lapaj - tastiera
Part One - Fearless
1. Beyond The Eyelids (07:56)
2. Rainbow Box (03:37)
3. 02 Panic Room (05:29)
4. Schizophrenic Prayer (04:21)
5. Parasomnia (08:10)
Part Two - Fearland
6. Through The Other Side- (04:06)
7. Embryonic (04:10)
8. Cybernetic Pillow (04:46)
9. Ultimate Trip (13:13)
Rapid Eye Movement
Lo splendido Second Life Syndrome del 2005 aveva rappresentato il secondo capitolo di quella saga avviata con l’esordio Out Of Myself e capace di far riscuotere un cospicuo successo agli sconosciuti polacchi Riverside: a distanza di due anni da quel convincente episodio, il bassista/cantante Mariusz Duda e i suoi tre compagni si ritrovano ad affrontare il seguito, tale Rapid Eye Movement, che si prospetta come uno dei lavori più interessanti in ambito progressivo di tutto il 2007.
L’ambito musicale da cui i Riverside traggono ispirazione è quel Rock progressivo ricco di effetti psichedelici che ha contraddistinto da tempo i prodotti realizzati da acts come Porcupine Tree e Anathema, ma il gruppo di Varsavia ha saputo trovare un proprio equilibrio, proponendo uno stile consapevole e personale. Numerosi passaggi conservano un alone percepibile in alcuni lavori di Opeth e Porcupine Tree (basti notare il tempo dispari impiegato negli stacchi dell’opener Beyond The Eyelids, che ricalca quello della celebre Deliverance degli Opeth), ma si contano più i meriti che i difetti dei Riverside.
La traccia sopra citata è un concentrato di atmosfera e ritmo in grado di trasmettere un sound sospeso ed etereo che appassionerà gli amanti del progressive più ricercato ed elegante: i Riverside non si abbandonano a sferzate metal impetuose e fuori luogo, ma conservano la canzone su tratti meditativi ed onirici. Il timbro è notevolmente maturato, come testimoniano gli effetti mirati di tastiera che avvolgono gli intrecci di chitarra e basso o la voce distesa ed espressiva di Duda.
E se Rainbow Box è debitrice del genere proposto da Steven Wilson e compagni nella sua marcata psichedelia progressiva, 02 Panic Room apparirà come la più alternativa della tracklist, per i suoi contorti patterns di basso: tra ritmi sincopati e altalenanti i Riverside sviluppano uno dei brani più tenebrosi mai composti lungo il proprio cammino discografico, garantendo una qualità di song-writing eccelsa ed un approccio costantemente trascinante.
Nessun pezzo è lasciato al caso, ma è frutto di un lavoro curato e professionale anche a livello di produzione, come dimostrano i toni perfettamente equilibrati di Schizophrenic Prayer, vicina al sound dei Pain Of Salvation di Daniel Gildenlow.
La seconda parte del full-lenght è colma di melodie altrettanto riflessive, che conciliano gli Anathema e i Blackfield con le sperimentazioni Alternative più soffici e deliziose: ne è un esempio concreto il binomio Through The Other Side - Embryonic, che cullerà l’ascoltatore prima dell’attesa ripresa di Cybernetic, ennesimo mid-tempo carico di sezioni di organi e di elettronica.
La chiusura è affidata a Ultimate Trip, più sostenuta ed intricata nel suo andamento progressivo, che forse eccede negli effetti e nella complessità.
In definitiva i Riverside mettono a segno un terzo ottimo prodotto, all’insegna dell’introspezione e della raffinatezza musicale, elevandosi tra i migliori gruppi europei nel genere. La lezione dei Porcupine Tree è sempre viva nella mente compositiva di Duda, ma essa viene integrata con l’inventiva dei quattro polacchi che da alcuni anni costituiscono uno dei gruppi di punta della celebre Inside Out. Si auspica pertanto che il futuro dei Riverside persista su tale livello qualitativo, perché i risultati fino ad ora sono stati soddisfacenti e fuori dal comune, grazie non solo ad una produzione di tutto rispetto, ma soprattutto alla tenacia dei componenti della band.