- Ralf Scheepers - voce
- Stefan Leibing - chitarra
- Henny Wolter - chitarra
- Mat Sinner - basso, voce
- Randy Black - batteria
Guests:
- Simone Simons - voce in "Everytime It Rains"
- Tobias Lundgren - backing vocals
- Matz Ulmer - tastiere
- Magnus Karlsson - chitarra
1. Sign Of Fear
2. Face The Emptiness
3. Everytime It Rains
4. New Religion
5. Fighting The Darkness; The Darkness; Reprise
6. Blood On Your Hands
7. The Curse Of Sharon
8. Too Much Time
9. Psycho
10. World On Fire
11. The Man (That I Don't Know)
New Religion
I Primal Fear hanno da sempre e pesantemente pagato lo scotto di avere riadattato il "Judas Priest-sound" ai canoni power teutonici degli anni '90, con conseguenti accuse di scarsa personalità e latente originalità, nonostante abbiano comunque consegnato buoni lavori in una scena peraltro inflazionata, come appunto quella del power.
Eppure andando indietro negli anni la storia sembra continuamente ripetersi, e le influenze sono sempre state parte integrante nella storia e nell'evolversi di un genere e dei vari generi, meno ovviamente in quei casi in cui queste influenze rischiano di sfociare nella nascita di cloni ed imitatori, come avvenne ad esempio con band come i Kingdom Come che in maniera per niente velata si rifacevano ai Led Zeppelin, ciò tuttavia non toglie che alcune cose fatte dai Kingdom Come possano anche essere migliori di alcune fatte dagli stessi Zeppelin, discorso questo altrettanto valido per i Primal Fear.
Appurato quindi che la metal band di Scheepers e del bassista Mat Sinner non ha mai avuto la pretesa di affermare nuovi canoni o stilemi in ambito heavy/power, bisogna comunque riconoscere loro di essersi affermati con un proprio trademark, grazie alla potente ugola dell'ex Gamma Ray Ralf Scheepers, ad un sound potente e roccioso, ad una buona vena compositiva che permette loro di sfornare non pochi brani dal sicuro impatto. Inoltre, a due anni di distanza da Seven Seals e con il cambio di etichetta che li ha visti passare dalla Nuclear Blast alla partenopea Frontiers, i Primal Fear hanno voluto arricchire e differenziare la proposta, inserendo brani dal flavour gotico, come la carina ma scontata Everytime It Rains in cui il singer di casa duetta con Simone Simons degli Epica, o le orchestrazioni sinfoniche della malinconica e solenne closer The Man (That I Don't Know), o ancora lo speed/power incalzante e melodico di Face The Emptiness.
Invece la devozione dei Primal Fear per i Judas Priest viene a galla già in apertura con Sign Of Fear, in cui tutto, dalla voce di Scheepers, alla coppia d'asce, alla sezione ritmica, al chorus, riportano alla mente la storica metal band britannica, e prosegue poi con la classica e cattiva title-track, mentre connotati più indirizzati al power assumono altri pezzi, come World On Fire, dominata dalla doppia cassa e da buone melodie, la particolare e piacevole, ma non pienamente efficace, Blood On Your Hands, o l'ottima The Curse Of Sharon, in possesso di un'ottima linea melodica che ricorda un po' i primi Pink Cream 69, quelli quindi più legati a standard melodic metal. Ancora speed/power potente e veloce con Too Much Time, tuttavia nell'insieme l'ultima release dei Primal Fear sembra maggiormente indirizzarsi verso stilemi classic ed heavy, ben evidenziati da Psycho, roccioso pezzo heavy dal chorus sgraziato e lacerante, e dagli altri vari pezzi che più si avvicinano al classico stile dei "Preti di Giuda".
Particolarmente significativa poi la quinta traccia, un trittico aperto dalla bellissima Fighting The Darkness, dominata da melodie e chorus emozionanti e da buone orchestrazioni sinfoniche, proseguito dallo strumentale The Darkness, ancora ampio spazio alle orchestrazioni, oltre che a chitarre e tastiere, e concluso infine da Reprise, che riprende appunto le fasi iniziali, ne vien fuori così un grandioso brano che riesce ad appassionare in tutti i suoi nove minuti di lunghezza. Uno dei brani migliori nella loro discografia, peraltro accompagnato anche da un bel video.
New Religion quindi è il tipico album che farà la felicità dei "true-defenders", ma che al suo interno mostra anche sporadiche spruzzate di novità e varietà, senza comunque aspettarsi grandi capovolgimenti. Impeccabile poi la produzione e la performance dei vari membri del gruppo, con Scheepers che lancia acuti strazianti, la coppia d'asce Leibing-Wolter che macina riff potenti e taglienti, e l'ottima sezione ritmica di Sinner e di un eccellente Randy Black dietro le pelli.