- Manuel Munoz - voce, chitarra
- Vincent Danhier - basso
- Foued Moukid - batteria
- Gilles Moinet - chitarra
1. Start The Fire
2. Don't Wake Me Up (Those Who Never Wear White)
3. Dive
4. What's Done Is Done
5. The Water Fields
6. Is Your Soul For Sale?
7. A Distant Light Was Shining
8. Regarding Kate
9. Rise To The Occasion
10. Hey
11. This Is Now Farewell
The Water Fields
Dopo aver sostenuto diversi tour con acts del calibro di Opeth, Paradise Lost e Epica, i francesi The Old Dead Tree ritornano con il terzo full-lenght a distanza di due anni dal convincente The Perpetual Motion: The Water Fields è un affascinante concept basato sull’esistenza di un luogo immaginario dove si può trovare riparo dal dolore e dai dubbi quotidiani. Il sound si è notevolmente evoluto da quello dei predecessori, avvicinandosi ai meandri strumentali di Opeth, Riverside e Novembers Doom e diventando curatissimo sotto il profilo della struttura.
Le undici canzoni di The Water Fields alternano efficacemente sezioni clean ad altre più impetuose sia nel cantato che nelle parti strumentali, conferendo un tratto gotico a numerosi fraseggi. Start With Fire, l’opener, conserva un sapore Riverside nelle distensioni melodiche, vero punto di forza del platter; le chitarre tessono intrecci simili agli Opeth, come testimoniano gli stacchi clean di Don’t Wake Me Up (Those Who Never Wear White), mentre la voce si colloca a cavallo tra un mesto clean e un growl che affiora profondo e penetrante.
What’s Done Is Done pone in evidenza anche il caratteristico timbro del pianoforte, che scandisce melodie dimenticate sotto le architetture delle chitarre distorte: Manuel Munoz riesce ad adattare la propria voce in modo espressivo, ma in alcuni tratti sembra mancare la svolta potente che possa permettere ad una canzone di uscire dal suo guscio iniziale.
I suoni comunque sono parecchio curati, specialmente nelle atmosfere oniriche di brani come The Water Fields o Is You Soul For Sale?, mentre A Distant Light Was Shining non è valida per la sua direzione troppo scontata.
I chiaroscuri sono più marcati in The Water Fields rispetto a The Nameless Disease e The Perpetual Motion ma i The Old Dead Tree non eccedono in inventiva, riproponendo più volte le stesse soluzioni variate.
In definitiva la band avrebbe dovuto osare maggiormente per valorizzare al massimo un concept che ha potenzialità davvero elevate. Negli ultimi anni il panorama Metal si sta gradualmente arricchendo di realtà che cercano una commistione di sonorità oscure e gotiche con melodie dal sapore quasi psichedelico: i The Old Dead Tree devono raffinare ulteriormente il loro sound, trovando il giusto equilibrio tra potenza ed eleganza e raggiungendo uno stile più personale; si consiglia però The Water Fields a chi ama il Metal più sperimentale e per chi voglia accostarsi ad un concept comunque valido sotto il piano lirico.