- Simone Simons - voce
- Mark Jansen - chitarra, voce
- Ad Sluijter - chitarra
- Coen Janssen - tastiera
- Yves Huts - basso
- Arien van Weesenbeek - batteria
1. Indigo (Prologue)
2. The Obsessive Devotion
3. Menace of Vanity
4. Chasing the Dragon
5. Never Enough
6. La'petach Chatat Rovetz (The Final Embrace)
7. Death of a Dream (The Embrace That Smothers Part VII)
8. Living a Lie (The Embrace That Smothers - Part VIII)
9. Fools of Damnation (The Embrace That Smothers - Part IX)
10. Beyond Belief
11. Safeguard to Paradise
12. Sancta Terra
13. The Divine Conspiracy
The Divine Conspiracy
Gli olandesi Epica tornano con un nuovo full lenght, follow up dell'acclamato Consign To Oblivion, del 2005. Facciamo il quadro della situazione: un gigantesco tour in tutto il mondo, firma con la prestigiosa Nuclear Blast e la fama che aumenta a dismisura. Se Consign To Oblivion è stata la consacrazione del combo, questo The Divine Conspiracy è un'ulteriore conferma.
The Divine Conspiracy è il primo e vero concept della band, oltre che capitolo conclusivo della saga The Embrace That Smothers, che ormai va avanti dal 2000, dal debut album degli ormai lanciati After Forever (prima band del founder, Mark Jansen), e portato avanti nel primo full lenght degli Epica, The Phantom Agony.
Se la genuinità della copertina può sembrare a primo acchito un grande punto di domanda, bastano l'intro Indigo e le prime note della potente The Obsessive Devotion a farvi cambiare completamente idea: questo è sicuramente
il disco più heavy mai composto dagli Epica.
La prima cosa che salta all'orecchio è, come sempre, la voce della bella Simone Simons, che questa volta sembra aver guadagnato ancora più pathos e potenza. Altra cosa che mette in buonissima luce questo platter è l'ottima
produzione, ai livelli dei conterranei Within Temptation. Se l'opener ha già convinto, le successive Menace Of Vanity e Chasing The Dragon conquisteranno sicuramente. La prima è un magico cocktail di violenza, cori
gotici e del potente growl del founder Mark Jansen, mentre la seconda si può considerare l'esperienza più completa e coinvolgente della carriera degli Epica: Chasing The Dragon è aperta da un arpeggio di chitarra e dalla voce
soave di Simone, che con lo scorrere dei minuti si trasforma in una sfuriata così violenta che il pezzo potrebbe essere degno di uno dei gruppi Black Metal più maligni. Sicuramente il trio d'apertura vale l'acquisto del cd.
Stranamente poco ruffiano e accattivante appare il singolo apripista Never Enough, che convince per il buon mix delle due voci e per il ritornello molto orecchiabile, ma allo stesso tempo ragionato. Il trio conclusivo della saga di The Embrace That Smothers è introdotto dal consueto interludio, sempre molto epico e sognante. La violenta Death of a Dream vede la partecipazione come guest vocals di Sander Gommans, chitarrista e mente degli After Forever più recenti, mentre la conclusiva Fools of Damnation ci presenta delle sonorità più calde ed arabeggianti, mantenendo sempre l'alternanza tra le due voci del gruppo e la spigolosità dei riff di chitarra.
Purtroppo il successivo trio non è altrettanto convincente come il resto del platter. Infatti la ballad Safeguard To Paradise non è al livello delle classiche Feint e Solitary Ground e viene decisamente oscurata dai pezzi più energetici contenuti nell'album, comunque compie perfettamente il suo compito da 'filler'. Il discorso cambia per Beyond Belief e Sancta Terra, che sembrano addirittura anonime e prive di mordente, anche se buone a livello tecnico. Per concludere l'ascolto, gli Epica ci regalano un'altra delle loro classiche suite di chiusura, che come sempre porta il titolo del full lenght; The Divine Conspiracy dura quasi 14 minuti, tutti riempiti perfettamente, come se fosse un puzzle, anche se la formula rimane sempre la stessa: intro di archi e di cori gotici, accompagnati dalla splendida voce di Simone che porta il pezzo ad esplodere in un ritornello di cori e di violenza inaudita. Anche qui le due voci si contrappongono, come se fosse un dialogo tra le due entità. Un pezzo Epica al 100%.
Questo nuovo platter degli Epica è decisamente il più completo tra quelli della loro carriera; Forse i più affezionati al lato soft della band storceranno un po' il naso per la mancanza di ballad incisive e sognanti come quelle del passato, mentre gli amanti della musica più estrema potranno apprezzare maggiormente questo lavoro.
Se la fama ha questo effetto, ben venga...