Andreas "Gerre" Geremia – voce
Frank Thorwarth - basso
Andy Gutjahr – chitarra
Olaf Zissel – batteria
1.Zombie Attack (03:32)
2.Maniac Forces (04:20)
3.(Empty) Tankard (05:02)
4.Don't Panic (04:32)
5.Chemical Invasion (05:27)
6.The Morning After (04:23)
7.Alien (02:59)
8.666 Packs (04:37)
9.Beermuda (04:43)
10.Space Beer (04:15)
11.Medley (Alcohol, Puke, Mon Cheri, Wonderful Life) (04:43)
12.Freibier (03:41)
13.Nation Over Nation (04:03)
14.Two-Faced (04:54)
15.Minds On The Moon (03:29)
Best Case Scenario: 25 Years In Beers
Formatisi all’inizio degli anni '80 a Francoforte, i Tankard sono sopravvissuti a numerosi cambi di formazione fino ai giorni nostri, destreggiandosi nel calderone del thrash teutonico con un sound da loro stessi battezzato Alcoholic Metal: un thrash grezzo e potente affiancato a testi demenziali incentrati prevalentemente su alcool, superalcolici e soprattutto, come insegna la miglior tradizione thrash, litri e litri di birra. Titoli come Empty Tankard, The Morning After, Space Beer, Beermuda, Total Addiction e Freibier non lasciano dubbi sulla serietà del gruppo, che non delude però sul versante tecnico e per quanto riguarda il songwriting, ricco di influenze (Death Angel e Destruction in primis) ma sempre efficace.
Dunque, per festeggiare i 25 anni di attività, in un 2007 dove il thrash sembra in procinto di tornare alla ribalta, la band ha deciso di seguire la strada intrapresa dai Testament con First Strike Still Deadly e dai Destruction con Thrash Anthems, riregistrando con una produzione più pulita e potente quindici classici della loro carriera, dal primo full-lenght Zombie Attack all’omonimo album del 1995 The Tankard.
L’album arriva inoltre nei negozi in due versioni: un’edizione limitata in digipak, infatti, è arricchita da un disco bonus: un tributo alla band da parte gruppi thrash europei, prevalentemente giovani e semisconosciuti, tra cui spiccano gli italiani Hyades.
La scaletta dell’album è incentrata soprattutto sui primi anni di attività, caratterizzati da brani dai ritmi serrati, grezzi e devastanti: le storiche Zombie Attack, Maniac Forces e (Empty)Tankard, tratte dal disco d’esordio, a cui seguono Don’t Panic e l’articolata title track di Chemical Invasion, e The Morning After, dall'omonimo terzo album della band. Fin qui, il risultato è piuttosto deludente: innanzitutto, la produzione dei primi dischi dei Tankard era sì grezza, ma non tanto da non rendere gli album godibili ed efficaci; in questo caso, invece, con un suono decisamente più moderno e pulito, ed una voce non più all’altezza degli acuti graffianti di un tempo, i classici dei Tankard perdono il loro fascino oldschool e parte della loro cattiveria, risultando molto meno coinvolgenti degli originali. Va un po’ meglio quando si prendono in considerazione i pezzi più recenti, come Space Beer, che risulta decisamente più metallica e arrabbiata, o il medley che racchiude alcuni pezzi brevi della band: Alcohol, Puke, Mon Cherie e Wonderful Life. In particolare, viene dato ampio spazio al drumming di Olaf Zissels, che nei pezzi riregistrati appare decisamente più corposo e articolato.
In conclusione, dunque, Best Case Scenario: 25 Years In Beers è un lavoro che, pur non configurandosi come un banale Greatest Hits, si rivela piuttosto inutile, ed è consigliato solamente ai fan accaniti della band. Anche in questo caso, però, l’acquisto merita un’analisi oculata, poichè è probabile che chi ama le emozioni e il suono grezzo del thrash degli albori rimanga deluso davanti a brani magari tecnicamente superiori agli originali, ma dal sound eccessivamente moderno e pulito.