- Sebastian Bach - voce
- Dave Sabo - chitarra
- Scott Hill - chitarra
- Rachel Bolan - basso
- Rob Affuso - batteria
1. Big Guns
2. Sweet Little Sister
3. Can't Stand Heartache
4. Piece Of Me
5. 18 And Life
6. Rattlesnake Shake
7. Youth Gone Wild
8. Here I Am
9. Makin' A Mess
10. I Remember You
11. Midnight/Tornado
Skid Row
Durante tutta la decade ottantiana furono coniati i più diversi e disparati, talvolta anche improbabili, termini e sottoclassificazioni riconducibili all'hard rock, dal glam metal (parente stretto del glam rock dei '70) allo street, dallo sleaze all'hair metal, fino al pop metal. Bene, una qualsiasi di queste definizioni, perfettamente si adattava ad individuare il sound degli Skid Row, i quali univano ad un'impostazione di fondo tipicamente street, riconducibile a band quali Guns N' Roses o Motley Crue, quell'attitudine glam in stile Poison, e soprattutto quella ricerca della facile melodia ad effetto che prima di loro aveva contraddistinto i Bon Jovi, band nella quale aveva avuto una precedente e brevissima esperienza il chitarrista Dave Sabo, presto scartato per lasciare il posto a Ritchie Sambora.
Proprio dallo stesso Sabo e dal bassista Rachel Bolan furono fondati gli Skid Row nel 1986, ma a rubare totalmente la scena ai due fu il biondo cantante Sebastian Bach, in possesso di doti vocali che gli valsero le attenzioni di critica e pubblico, ma anche fisiche che lo posero all'attenzione del più adolescenziale pubblico femminile. Anche questo contribuì al loro immediato successo, oltre ovviamente a quel ben riuscito mix di gusto melodico da una parte e grinta ed attitudine stradaiola dall'altra, che permetteva alle loro composizioni di non risultare mai eccessivamente sdolcinate, il tutto ben reso e impreziosito dalle graffianti chitarre e dagli squillanti e laceranti acuti del singer, il quale metteva in mostra un invidiabile bagaglio ed una estensione vocale fuori dal comune.
L'esordio avviene nel 1989 con quest' album omonimo, grazie al quale divennero ben presto padroni del mercato discografico statunitense prima, ed internazionale dopo, dato che questo loro primo lavoro riuscì a vendere moltissime copie ovunque, consegnando agli Skid Row un successo immediato e forse inaspettato, anche e soprattutto presso un pubblico adolescenziale che non perse tempo ad elevare il cantante Bach a propria icona.
Nonostante i brani contenuti in scaletta siano tutti meritevoli, in realtà l'album deve le sue maggiori fortune, in particolare ad un trittico di brani davvero entusiasmante. Innanzitutto la semi-ballad 18 And Life, incentrata sulle sventure del giovane ribelle Ricky, in cui il lento ed arpeggiato inizio viene infranto dal primo lacerante acuto di Bach, lasciando così spazio a quell'essenza più selvaggia ed adrenalinica del loro hard rock, ed è proprio questa essenza che più esalta sia la superba ed irraggiungibile interpretazione di Bach sia la meravigliosa prova delle chitarre, specie in quell'assolo finale di Sabo che sembra quasi una linea continua con l'urlo del singer. I Remember You invece è più dolce e delicata, molto più vicina ai canoni propri della ballad romantica, ma sempre grintosa e mai sdolcinata, con un Bach ancora superlativo ed assoli memorabili. Altro classico di quest'album deve necessariamente considerarsi anche Youth Gone Wild, motivo elettrizzante e rockeggiante, che presenta un riff tanto semplice e grezzo quanto diretto ed efficace, un chorus potente ed esplosivo, ed ancora una grande prova delle chitarre e del basso di Bolan.
Oltre a queste tre hit di grande successo però, l'esordio discografico degli Skid Row mostrava una completa rassegna di tutto ciò che la loro proposta musicale era in grado di offrire, si andava così dallo street duro e cattivo dell'opener Big Guns all'hard n' heavy di scuola glam metal prima ondata (W.A.S.P., Twisted Sister) di Piece Of Me, ed ancora dalle veloci, grezze e punkettare Sweet Little Sister e Makin' A Mess, di chiara ispirazione Guns, al quasi heavy di Midnight/Tornado, forse uno dei brani più ingiustamente sottovalutati di questa band, alla cui stesura partecipò Matt Fallon, presto sostituito da Bach al microfono. Here I Am è molto orecchiabile ma di contro un po' troppo prevedibile, benché mantenga sempre un buon tiro, molto meglio invece sia Rattlesnake Shake che Can't Stand Heartache, altri due pregevoli esempi di ottimo compromesso tra quell'aggressività e quell'attitudine stradaiola e selvaggia tipica dello street e quel fine e ricercato gusto melodico tipico dell'hair/pop metal.
Skid Row è stato un album che ha segnato un periodo, uno di quei lavori che sono rimasti scalfiti nella memoria e nel cuore di chi ha vissuto quegli anni, ed insieme all'ottimo successore Slave To The Grind del 1991 rappresenta l'apice della rock band del New Jersey, oltre che uno degli album più amati e popolari del rock ottantiano, capace di divenire per ben cinque volte disco di platino. Nel frattempo l'enorme successo e le continue intemperanze del troppo giovane ed irrequieto Bach, arrestato nel 1989 dopo essersi tuffato sulla folla ed avere aggredito e picchiato un fan colpevole di averlo (peraltro pare involontariamente) ferito con una bottiglia, acuirono le tensioni tra i cinque, che avranno giusto il tempo di regalarci un altro meraviglioso album, cioè il già citato Slave To The Grind, prima di sprofondare in un abisso dal quale non si sono mai più ripresi.