Voto: 
8.0 / 10
Autore: 
Leonardo Cammi
Genere: 
Etichetta: 
Frontiers Records
Anno: 
2005
Line-Up: 

- Philip Bardowell - voce
- Tommy Denander - chitarra, basso, tastiera
- Daniel Flores - batteria

 

Tracklist: 

1. In The Cut
2. Through My Eyes
3. Heart Of A Hero
4. I Gotta Believe
5. She Will Never Know
6. Never Too Late For Love
7. It's A Long Road
8. One Day In January
9. Dreamin' With My Eyes Wide Open
10. Voices Of The Heart

Philip Bardowell

In the Cut

Non si può dire che Philip Bardowell, singer dei bravissimi Unruly Child, non abbia utilizzato l’ampio raggio di conoscenze a sua disposizione per realizzare il suo album solista In The Cut.
Infatti il cantante americano si è limitato a comporre due dei dieci brani che compaiono sul CD.
Gli altri pezzi sono frutto della composizione di personaggi quali Jim Peterik (recentemente tornato alla ribalta con i meravigliosi Pride Of Lions), Mark Spiro, Stan Bush, Curt Cuomo, Bobby Barth, Bruce Nazarian, Neil Ives, Jason Derlatka ed ovviamente in piccola parte anche il musicista tuttofare Tommy Denander, che insieme a Philip è l’altro protagonista di In The Cut.

Tommy, anche nei Radioactive, è autore delle parti di chitarra, tastiera e basso e il suo apporto è quanto mai decisivo; gli assoli di chitarra sono sempre superbi, così come i fraseggi che accompagnano la voce e vellutata e calda di Bardowell.
I brani che varrebbe la pena di segnalare sono diversi ma tutti si rifanno alla classica tradizione AOR americana. Già l’opener In The Cut, con un bel ritmo e un lavoro di chitarra favoloso si pone fra i brani migliori, per continuare con la rock pomposa e sentita di Heart Of A Hero, caratterizzata da un coro fantastico.
Proseguendo nell’ascolto della tracklist colpiscono parecchio anche il lento I Gotta Believe, veramente intenso e per nulla prevedibile nella trama e la toccante cadenzata She Will Never Know (unico pezzo scritto unicamente da Bardowell) in cui il singer americano sfoggia una prestazione maiuscola, coadiuvato dal ritmo incalzante e drammatico della chitarra di Denander; ultimo must che val la pena sottolineare è il rock moderno di One Day In January, uno degli episodi più riusciti del CD, caratterizzato da un coro da manuale di perfetto AOR.
Il resto dell’opera si caratterizza per lo stesso sound ben realizzato, a cavallo fra i Toto più sostenuti e la melodia delle chitarre di Foreigner e Unruly Child. Un buonissimo album per chi ama l’AOR americano di classe.
 

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