- Anders Fridén - voce
- Niklas Sundin - chitarra
- Mikael Stanne - chitarra
- Martin Henriksson - basso
- Anders Jivarp - batteria
1. Unfurled by Dawn (07:24)
2. Yesterworld (07:56)
A Moonclad Reflection
A pochi mesi di distanza dalla re-issue del primo demo Trail of Life Decayed, la formazione svedese decide di pubblicare un nuovo mini in formato 7'', chiamato A Moonclad Reflection, presentando 1500 copie in tiratura limitata. L'ep si rivela realmente diverso dal precedente demo: solo due canzoni, lunghe quasi otto minuti ciascuna, che non hanno molti elementi in comune con il Death Metal Melodico della fase iniziale.
Il growl di Anders Fridén peggiora, non è sicuro, a tratti diventa acuto quasi quanto uno screaming e non si adatta per niente alla buona esecuzione strumentale; è questo il punto debole dei primi Dark Tranquillity, che si basano su composizioni troppo grezze e legate ancora agli stili Thrash Metal anni '80, prelevando alcuni elementi dal nascente Black Metal norvegese.
Unfurled by Dawn testimonia perfettamente questa nuova tendenza del gruppo di Göteborg: sembra quasi che Fridén e compagni debbano appoggiarsi alla violenza dei riffs, al miscuglio di idee mal collegate tra di loro e altrettanto mal sviluppate, per nascondere una cruda realtà: la difficoltà di comporre pezzi che sappiano unire melodie delineate dai duetti di chitarre ai ritmi estremi scanditi dalla batteria.
La sfuriata di riffs concepiti con troppa poca cura non permette all’ascoltatore di godere dei buoni temi costruiti attraverso il sapiente uso di quelle chitarre precedentemente criticate, che a tratti conservano la loro purezza di stile, come negli assoli celati dalla barriera sonora di Unfurled by Dawn, brano sicuramente deludente.
La seconda e ultima lunga traccia dell'ep, Yesterworld si apre con un’introduzione massiccia e colossale, dove chitarre distorte e batteria disegnano un riff degno di una band Doom Metal in stadio avanzato, anticipando i lavori dei massimi esponenti del genere cupo, decadente e depressivo per eccellenza. Quindi la canzone procede su questa via, caratterizzata da passaggi in doppia cassa, da ritmate veloci, da repentini cambiamenti di ritmo, da urli agghiaccianti e strazianti e da chitarre che si sovrappongono a formare un tema unico.
Yesterworld si può quindi considerare una gemma del 7'', che non è stata sufficientemente ampliata con attenzione e che non è certo agevolata nella buona riuscita dalla registrazione, pessima a mio parere. L’assolo verso la fine è certamente robusto e valido, garantendo un maggiore coinvolgimento da parte degli ascoltatori, deliziati dall’arpeggio acustico finale, che la band ha deciso di aggiungere per spegnere definitivamente il mini in un calando di sonorità ma in un crescendo di emozioni: emozioni che sono state veramente scarse durante lo scorrere degli oltre quindici minuti di lunghezza di A Moonclad Reflection, mini dall’ottima copertina, disegnata dal chitarrista Niklas Sundin in persona, ma contraddistinto da una qualità troppo scarsa della produzione e della composizione.