- Philip Santoll - voce, chitarra, programmazione
1. A Myriad of Dead Stars (06:15)
2. Descending Horizons (04:08)
3. Twilight Inferno (02:08)
4. Reflections of Emptiness (05:35)
5. De Nihilo Nihil (05:43)
6. Serenity (04:15)
7. Fallen Apart (04:27)
8. Sirius (05:45)
9. Ekpyrosis Suicide (04:46)
10. Metastability (07:51)
Nihil
Originario di Graz, Philip Santoll debutta nel 2007 con il suo progetto personale Nonexistence, realizzando l’album Nihil ed esplorando i meandri tenebrosi dell’universo con un misto tra Doom e Black Metal. Le canzoni composte dal musicista austriaco richiamano alla mente i lavori di formazioni come Katatonia, Opeth, Forgotten Tomb e Shining, perché si respira un’atmosfera decadente e davvero cupa, che sarà apprezzata da chi adora questi stili sommessi e nichilisti.
Nihil si rivela un album sorprendente più ci si addentra nel suo ascolto, perché all’ottima produzione si affiancano altre caratteristiche positive, quali la capacità di Santoll di concepire una struttura valida ed efficace, come l’abilità nel comporre ed eseguire da solo l’intero full-lenght, servendosi dell’aiuto della programmazione (una drum-machine convincente ed elaborata che pare una batteria reale).
Il viaggio nell’infinità cosmica di Nonexistence si avvia con la splendida A Myriad Of Dead Stars, che si colloca a cavallo tra Opeth, Lacrimas Profundere e Draconian nel suo sviluppo avvolgente e sinfonico; il tono vocale di Santoll è poi graffiante e maturo, uno scream acuto che corre parallelamente al growl in sottofondo, producendo degli effetti particolari e trascinanti. Descending Horizons è altrettanto stupenda nell’intreccio tra le tastiere e la chitarra acustica, mentre la breve Twilight Inferno è debitrice del sound dei primi Katatonia di Dance Of December Souls e degli italiani Forgotten Tomb per i suoi aloni macabri e dimenticati. L’elettronica si fa intensa ed evidente in capitoli come Reflections Of Emptiness, che conserva però una matrice più Black nelle sue improvvise accelerate cariche di temi di pianoforte. Nessun episodio di Nihil sembra essere scarso o ripetitivo, perché Santoll riesce a trasferire costantemente emozioni attraverso soluzioni inedite o perfetti collegamenti: basti accostarsi ad un pezzo come Serenity, fortemente influenzato dallo stile dell’immortale Brave Murder Day dei Katatonia, per comprendere l’inventiva del progetto Nonexistence, che raccoglie l’eredità dei gruppi sopra citati e la trasferisce nel nuovo panorama Metal internazionale.
In definitiva si consiglia caldamente questo Nihil, perché rappresenta un’opera davvero completa e trascinante, che stupisce soprattutto per essere l’esordio di una nuova realtà. Se Santoll continuerà sulla scia di Nihil, allora Nonexistence diventerà un nome concreto a fianco dei grandi acts del Doom/Black internazionale.