Voto: 
3.5 / 10
Autore: 
Alessandro Zucchetti
Genere: 
Etichetta: 
Audio Savant/Andromeda
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Bernt Karsten Sannerud - voce clean, pianoforte, tastiere
- Marius Sjøli - growls, chitarra, basso, mandolino, Ebow e programmazione


Tracklist: 

1. Sovjets Modifiserte (04:31)
2. Heisen Stoppet Aldri Her (04:11)
3. Vaskebjornen Aleks (04:01)
4. Arild Menzonis' Traumatiske Liv (05:10)
5. Romstasjonens Torre Kjeks (05:25)
6. Derrick: Det vidunderlige akvarium (05:01)
7. Helseskadelige Tore (04:33)
8. Gregor Samsa i Las Vegas (05:32)
9. MIDIlivskrisen (06:19)

Formloff

Adjo Silo

I norvegesi Bernt Karsten Sannerud e Marius Sjøli formano i Formloff nel 2002, gruppo partito con l’intento di produrre un Black Metal sperimentale piuttosto inusuale. Nel 2007 debuttano con questo Adjo Silo, dove il black sperimentale è diventato un infuso di tutti i generi possibili ed immaginabili. Si parte con sonorità tipicamente black epiche, passando ad un Viking sperimentale ispirato a Borknagar e l’ultimo Vintersorg (ma che in realtà non ha nulla a che vedere con la capacità di tali mostri sacri del black/viking sperimentale). A proseguire arrivano numerosi (troppi) inserimenti di elettronica, riferimenti al pop-rock, uso di tastiere a non finire, parti di chitarra acustica e “altri inclassificabili generi” che vanno ad esasperare il tutto. Anche le prestazioni vocali cambiano spesso, partendo da un growl tutto sommato discreto, arrivando a parti cantate in pulito, ma anche dove si esaspera la voce “urlando” in modo davvero brutto (che può addirittura ricordare gli assurdi “scream” di Daron, dei System Of A Down), o dove la si modifica in tonalità alte/basse, quasi come per gioco e per divertimento.
Ricreare un buon cd con un utilizzo illimitato di strumenti e fusione di generi è una cosa al quanto difficile, che solo i grandi bands con una determinata esperienza possono permettersi, e che sicuramente, poco si addice ad un gruppo che debutta sulla scena.

Oltre tutto le tracce sono molto simili una con l’altra, e sono davvero rari i tratti che riescono ad attirare, anche poco, l’attenzione dell’ascoltatore. Alcuni momenti viene addirittura naturale mandare avanti la traccia ad un momento, si spera, migliore e più consistente. Il tutto è molto confusionario e senza un filo logico preciso. Anche le stesse parti strumentali, di vari inserimenti o bruschi cambi di stile sono disposti in modo pressoché casuale, in un miscuglio di suoni e melodie.
Ascoltando a fondo tutte le tracce si potrà notare anche numerosi inserimenti di veri e propri rumori che talvolta possono risultare ridicoli, come degli assurdi latrati di cani.
Su molti aspetti, i Formloff, possono ricordare il progetto degli Unexpect; per chi non li conoscesse, gli basti ascoltare l’album In A Flesh Aquarium, anch’esso su questo stile troppo confusionario, ma sicuramente meglio riuscito.
Altra cosa piuttosto priva di senso è l’artwork della copertina, molto più simile a un disco jazz anni 70 che a un album metal. È anche vero che trattandosi di sperimentazione, tutto è concesso, a patto che sia fatto con un minimo di criterio.
Per il resto non c’è molto altro da dire, se non che Adjo Silo è un miscuglio di troppo materiale, mal equilibrato e totalmente privo di senso. L’intento forse poteva essere anche buono e coraggioso, ma evidentemente i risultati sono piuttosto scarsi.

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