- Jon Eley - voce
- Ben Kumar - chitarra
- Rob Upton - chitarra
- Scott Briggs - batteria
- Taz Hassoun - basso
1. This Is Gun City
2. I'll Be Leaving
3. Prepare For The Worst
4. Modus Operandi
5. Escaping The South
6. Black And White Bomb Show
7. The Reflections Of Knives In Green Water
8. Black December
9. Better Let Him Sleep
10. I Knew Today Would Come For Years
This Is Gun City
I Sanzen sono un promettente quintetto originario delle Midlands britanniche che propone un Hardcore potente e capace di mantenere un filo conduttore con la tradizione Punk dei celebri acts del genere. Il sound dei Sanzen è alquanto elaborato e vario, perché in This Is Gun City si intrecciano stili differenti, connessi tra loro dal tessuto dell’Hardcore, che i Sanzen dimostrano di saper padroneggiare efficacemente. Le influenze principali sono quelle degli Every Time I Die, ma la band inglese riesce a costruire comunque un timbro abbastanza personale, rispettando allo stesso tempo i canoni impartiti negli anni Ottanta.
Si parte veloce con la title-track This Is Gun City, impetuosa nel suo approccio, contorto nelle strumentazioni e graffiante nella voce del cantante Jon Eley: è proprio la voce che permette di mantenere alto il livello di irruenza del disco, perché essa sa legarsi ai riff dinamici e caotici delle chitarre e perché è supportata dai cori Hardcore penetranti e taglienti. Prepare For The Worst rappresenta uno dei capitoli migliori, poiché nel suo incedere quasi claustrofobico giunge a sfiorare i tratti del Metalcore più malato. Modus Operandi conserva elementi più Punk nel suo ritmo rapido e vorticoso, ma non dimentica di mostrare la follia che trasuda dalle chitarre Hardcore. Tuttavia l’album spesso scade nella ripetizione e nella monotonia, a tal punto che risulta alquanto difficoltoso distinguere un brano dagli altri: Escaping The South non aggiunge aspetti innovativi se confrontata con le tracce precedenti, mentre The Reflections Of Knives In Green Water appare addirittura scarsa ed inutile nel suo ordinario sviluppo.
Pertanto This Is Gun City si evolve tra alti e bassi, trovando una coesione interna sicuramente elevata, ma troppe sono le sezioni abbandonate a loro stesse, poiché i riff di ciascuna canzone si somigliano parecchio nelle ritmiche e nei temi. Non si può poi di certo parlare di melodia, perché essa traspare in modo soffuso ed insignificante rispetto alla totalità degli aloni caotici costruiti dalle chitarre dei Sanzen. Si consiglia l’album a coloro che vogliono gustarsi a quale profilo sia giunto l’Hardcore nel 2007, un profilo di certo coinvolgente e incisivo, anche se a tratti insapore e amorfo.