- Rocky Votolato - voce, chitarra acustica, armonica
- James McAllister - batteria
- Bill Herzog - basso
- Casey Foubert - chitarra elettrica, banjo, percussioni
- Rick Steff - hammond, pianoforte
1. Lilly White (03:40)
2. Postcard from Kentucky (02:55)
3. Before You Were Born (03:31)
4. The Wrong Side of Reno (03:32)
5. Red Dragon Wishes (02:09)
6. The Blue Rose (02:47)
7. Your Darkest Eyes (04:01)
8. Time Is a Debt (02:41)
9. Whiskey Straight (03:30)
10. The Old Holland (04:08)
11. Silver Trees (03:28)
The Brag & Cuss
Un anno dopo, ecco il ritorno di Rocky Votolato. Annunciato come un disco leggermente rivoluzionario rispetto a quanto il songwriter di Seattle ci aveva abituati con l'ultimo Makers, The Brag & Cuss è finalmente arrivato. Con relativa delusione delle attese, seppur parziale, perché di rivoluzionario, eccezion fatta per una dimensione maggiormente orchestrale (è una vera band quella che accompagna il cantautore), c'è poco o nulla.
Avevamo lasciato Votolato con la sua chitarra acustica tra le braccia, mentre ci narrava favole cristalline in un disco, Makers, dai più apprezzato come tra i migliori episodi discografici del 2006. E' vero, quel disco andava valutato alla distanza, come un lavoro passionale e sincero, forse leggermente melenso, ma dotato di un'anima propria.
E' forse questo, ciò che manca in The Brag & Cuss. Rocky Votolato ha cambiato leggermente rotta, affidandosi al sapiente accompagnamento di batteria, chitarra elettrica e altri innesti di basso, armonica e banjo. Il tutto, condito dalla dimensione cantautorale che ha sempre distinto questo ragazzo del Texas che ha stabilito le proprie radici a Seattle.
Si rimane un tantino spiazzati, nel sentire questo full-lenght. Un disco che, a scanso di equivoci, va ascoltato e riascoltato per poterne dare una chiave di lettura efficace. L'apertura, ad esempio, è alla classica maniera di Votolato. Lilly White è sicuramente ben congegnata; manca tuttavia della chitarra acustica che di Makers era valore aggiunto. C'è l'armonica, ci sono arpeggi ondeggianti di chitarra elettrica. E' un'atmosfera comunque intrisa di dolcezza. Capiamo di essere pronti ad avventurarci in un universo decisamente rinnovato. Si respira aria Country, mista a tocchi di Folk che spesso segnano il percorso di The Brag & Cuss.
Lo si evince anche dalle successive Before You Were Born e The Wrong Side of Reno, con il ritorno dell'armonica che giocherà molto spesso con le chitarre anche in altri brani del disco. Quest'ultima traccia è tra le più eclettiche del full-lenght, anche se gli episodi migliori di The Brag & Cuss sono quelli in cui la voce di Votolato torna ad assumere i toni drammatici del precedente Makers, o meglio ancora di Suicide Medicine. Red Dragon Wishes, nella struggente dimensione di chitarre e organi a fare da tappeto sonoro, ma anche Whiskey Straight e Silver Trees sono altri momenti di pura intensità emotiva in questo lavoro.
Certo, la diligenza di Rocky Votolato nello scrivere canzoni brillanti e prive di sbavature non si è persa. Mettiamoci anche un contorno studiato nei minimi dettagli con gli innesti delle chitarre elettriche e di una sezione di arrangiamenti che prima si scorgeva solo di tanto in tanto e parrebbero esserci tutte le carte in regola per un disco di spessore.
Invece? Invece, a nostro modo di vedere, accade il contrario. Votolato compie un piccolo passo indietro rispetto alla freschezza ed alla brillantezza di Makers. Scrive un disco che non sfigura, ma che manca leggermente di personalità. Magari un giorno ci sveglieremo e, riascoltando per la millesima volta The Brag & Cuss, ci accorgeremo di non esserci mai accorti (scuserete il gioco di parole) di un disco in grado di lasciare il segno. L'impressione di oggi, tuttavia, è quella di un lavoro discreto: senza infamia, senza lode.