- Ozzy Osbourne - voce
- Zakk Wylde - chitarra
- John Sinclair - tastiere
- Rob 'Blasko' Nicholson - basso
- Mike Bordin - batteria
1. Not Going Away
2. I Don't Wanna Stop
3. Black Rain
4. Lay Your World On Me
5. The Almighty Dollar
6. 11 Silver
7. Civilize The Universe
8. Here For You
9. Countdown's Begun
10. Trap Door
Black Rain
Era il 1967 quando si formarono i Polka Tulk, divenuti presto famosi con il nome Black Sabbath, il cui omonimo esordio uscì nel 1970, adesso a quaranta anni esatti di distanza siamo ancora pronti a parlare dell'ultima fatica di un personaggio emblema non solo di questa band ma del metal in generale, quel Ozzy Osbourne che non ha smesso mai, nel bene o nel male, di far parlare di sé, rendendosi di recente protagonista anche nella sit-com/reality Osbourne, come non bastassero tanti anni di onorata carriera e tanti dischi prima con la sua mitica band e poi da solista.
Black Rain è il nono album della sua carriera solista, che annovera magnifici lavori come Diary Of A Madman, No More Tears o Blizzard Of Ozz, e non presenta certo caratteristiche e qualità tali da potere rivaleggiare con i suoi predecessori, ed affermare ciò sarebbe ingeneroso innanzitutto proprio nei confronti dello stesso Ozzy. Facile notare un sound ancor più moderno di quello già ascoltato nel discusso Down To Earth, dando vita ad un hard n' heavy che sembra un po' rifarsi a quello dei Black Label Society, e non a caso il grandioso axe-man Zakk Wylde risulta sempre più in primo piano, autore come sempre di una prova ampiamente convincente fatta di riff distorti e granitici dal taglio decisamente moderno ed ‘american-style', senza necessariamente stravolgere totalmente quella concezione tipicamente "sabbathiana" del 'Madman', a cui oltretutto il succitato gruppo di Wylde a sua volta sembra rifarsi.
Non male la tripletta d'apertura con l'opener Not Going Away, il singolo I Don't Wanna Stop e la title-track Black Rain, si tratta comunque di buoni pezzi, non certo eccezionali e che non andranno ad aggiungere niente di consistentemente nuovo ed importante nella ricca discografia di mr. Osbourne; altri due episodi meglio riusciti sono certamente le due ballad Lay Your World On Me ed Here For You, le quali ancora una volta risultano piacevoli ma non fondamentali, molto meglio comunque la prima che non la seconda, che rischia a tratti di risultare stucchevole.
Purtroppo rimane ben poco altro, infatti strutture e tempi sono spesso simili, e ciò porta ad una certa piattezza di fondo che penalizza non poco l'intero lavoro, molti pezzi così finiscono per somigliarsi e persino se presi singolarmente diventa arduo arrivare alla fine dell'ascolto senza essere colti da noia o peggio ancora fastidio, brani come The Almighty Dollar, Civilize The Universe o Countdown's Begun girano un po' a vuoto senza avere molto da dire, leggermente meglio 11 Silver, se non altro per una certa dinamicità, o la conclusiva Trap Door, ma nel complesso è veramente poca cosa.
In definitiva Black Rain non è all'altezza della fama e del talento di Ozzy Osbourne, ma è solo un modesto album in cui sarà possibile apprezzare qualche brano o che potrà accontentare, ma riteniamo senza entusiasmare, i più fedeli fans del principe dell'oscurità.