Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Genere: 
Etichetta: 
Atlantic
Anno: 
1976
Line-Up: 

- Bon Scott - voce
- Angus Young - chitarra
- Malcolm Young - chitarra
- Mark Evans - basso
- Phil Rudd - batteria

Tracklist: 

1. Dirty Deeds Done Dirt Cheap
2. Love At First Feel
3. Big Balls
4. Rocker
5. Problem Child
6. There's Gonna Be Some Rockin'
7. Ain't No Fun (Waiting Round To Be A Millionaire)
8. Ride On
9. Squealer

AC/DC

Dirty Deeds Done Dirt Cheap

Sono molte le curiosità e le particolarità che stanno dietro a Dirty Deeds Done Dirt Cheap degli AC/DC, uscito nel 1976 in doppia versione, questa mondiale ed un'altra australiana, in cui sarà possibile apprezzare una diversa e più simpatica copertina con Angus e Bon raffigurati in stile cartoon dentro una sala da biliardo, e con una diversa tracklist in cui Jailbreak e R.I.P (Rock In Peace) prendono il posto di Rocker e Love At First Feel.
Ma non sono solo queste le curiosità a cui ci si riferiva, infatti anche l'esordio High Voltage era uscito in due diverse versioni, quanto invece il fatto che il presente LP sia uscito in USA solo nel 1981, dopo il successo di Back In Black e lo stato di commozione seguito alla morte di Bon Scott, mentre altre stuzzicanti curiosità si devono al titolo a doppio senso dell'album che tradotto significherebbe "lavori sporchi a basso prezzo", infatti pare addirittura che quel numero telefonico citato nella stessa title-track appartenesse casualmente ad una signora canadese che decise di denunciare il gruppo dopo avere ricevuto molte telefonate oscene, andando invece alle particolarità il discorso si sposta sull'aspetto prettamente musicale, in quanto Dirty Deeds Done Dirt Cheap non è propriamente il solito album di hard intriso di rock n' roll e blues, di riff elettrizzanti e taglienti e di ritmi frenetici, a cui ci avevano abituato i rockers australiani, ma è piuttosto un album di rock n' roll grezzo, sporco e primordiale, a tratti quasi in stile anni '50, basti ascoltare Rocker.

L'opener Dirty Deeds Done Dirt Cheap, con il suo esplosivo ritornello, pur avendo un andamento cadenzato e ritmiche ripetitive presenta già le prime avvisaglie di quello che sarà il prossimo sound della band proveniente dalla terra dei canguri, oltre a divenire uno dei brani più noti della band ed un cavallo di battaglia nei loro concerti, sulla stessa scia abbiamo Problem Child, dove si inizia a sentire il riffing di casa, quello elettrizzante e selvaggio che segnerà gran parte dei loro futuri lavori, come l'inconfondibile timbro alcolico e roco del mitico Bon. Molto più indicative invece dello stile proprio di quest'album sono canzoni sempre a cavallo tra rock n' roll, blues e boogie come la succitata Rocker, Love At First Feel o There's Gonna Be Some Rockin', più lente e bluesy, e soprattutto ancora una volta debitrici delle prime forme di rock n' roll, da Elvis a Jerry Lee Lewis e simili. Tra i brani più ricordati ed al contempo particolari dell'intera discografia degli AC/DC non può non citarsi Big Balls, che comunque perfettamente si va ad inquadrare nel "boogie/blues n' roll" del presente album, in cui la voce di Bon diventa assoluta protagonista mentre gli strumenti si limitano a cadenzarne le lente ritmiche in un brano colmo di doppi sensi ed allusioni a sfondo sessuale, mentre è difficile ricordare il combo australiano esibirsi in veri e propri lenti come Ride On, riflessiva e pacata, quasi una ballata, anche se l'unica ballad da loro realmente composta può considerarsi la bellissima Love Song contenuta nella sola versione australiana di High Voltage, mentre Ain't No Fun è un mid-tempo forse un po' troppo lungo per ciò che realmente ha da offrire e che nonostante l'accelerazione del lungo finale non riesce mai a decollare, infine Squealer, che ancora una volta parte lenta e sommessa per poi acquistare ritmo e potenza lanciandosi in un sound esplosivo ed accattivante dove assoluto protagonista diviene Evans con il suo basso.

E' certamente uno degli album più atipici degli australiani, che ben rappresenta la formazione dei fratelli Young agli esordi, con quel loro rock n' roll grezzo e già adrenalinico e selvaggio, ma non per questo meno ricco di spunti interessanti, anzi chi ha sempre rimproverato agli AC/DC di cantare e suonare sempre la stessa canzone da oltre trenta anni può riscontrare in Dirty Deeds Done Dirt Cheap un approccio più variegato, spesso riflessivo e malinconico, alle composizioni.


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