The End of 6000 Years
- Niculo - voce
- Sandro - chitarra
- Tadzio - chitarra
- Lou - basso
- Matteo - batteria
Embrace the End
- Pat - voce
- Jesse - voce
- Joel - chitarra
- Karl - chitarra
- Louie - basso
- Bart - batteria
1. Immortal Fading (03:41)
2. Last Requiem (02:24)
3. A Burial (03:17)
4. Memento Mori (05:53)
5. Tempest Tried & Tortured (06:52)
6. The Fathers Right Hand (05:33)
Split
Così come ci sono band storiche e conosciute in tutto il mondo, esistono anche, a livello prettamente underground, complessi che pur non vendendo molto riescono comunque a farsi apprezzare dai più ferventi appassionati. E’ il caso dei The End Of 6000 Years, un gruppo ormai di culto per tutti coloro che vivono il Metal - Hardcore di casa nostra sulla propria pelle. Impossibile dunque non restare stupiti di fronte a cinque amici con all’attivo soltanto uno split, ma che già vantano centinaia e centinaia di fan in tutta l’Italia settentrionale, e non solo. Ciò è dovuto innanzitutto alle precedenti esperienze di ogni singolo membro della band, ma anche e soprattutto all’attivismo nel campo dei diritti animali e dell’integrità etica di cui i The End Of 6000 Years sono promotori. Legato fin dal 2004 alla Still Life Records, il gruppo italiano è riuscito a ritagliarsi un proprio spazio pure all’estero, dove ha ottenuto un discreto successo grazie all’esemplare distribuzione (Abacus/Century Media) dello split con gli americani Embrace The End.
L’edizione Still Life gode di un libretto essenziale, molto curato sia graficamente che per quanto concerne i contenuti (testi, info e relative foto), e racchiude in totale sei tracce, tre per gruppo. Ad aprire lo split sono proprio i The End Of 6000 Years, che, nei soli tre minuti e quaranta dell’iniziale Immortal Fading, gettano le basi delle proprie coordinate stilistiche: Death Metal di scuola svedese suonato con grinta ed attitudine Hardcore. Attenzione però, il sound proposto dai The End Of 6000 Years è valido e prestante, lontano dall’usuale plasticità di band più o meno note all’interno della scena Metalcore. Il cantato di Niculo, un potente concentrato di screaming e growling, è lacerante, a tratti persino sofferente, mentre le ritmiche impetuose e sempre travolgenti, specie nell’elettrizzante A Burial. Una prova di carattere insomma, che sottolinea una volta per tutte l’abilità tecnica e compositiva del combo italiano.
Ancor meno canoniche sono le sonorità targate Embrace The End, il gruppo californiano che occupa la seconda parte di questo split. Il loro è infatti un Deathcore violento, ricco di breakdown ritmici, ma che offre comunque alcuni interessanti spunti innovativi. Il merito è in primis dell’attenta sezione ritmica ed in secondo luogo di Pat, singer dalla notevole estensione vocale anche in campo estremo. Un ulteriore apporto lo fornisce la durata dei tre pezzi (nettamente più corposa, ad esempio, rispetto ai The End Of 6000 Years), durata che garantisce al gruppo di Sacramento una maggiore libertà a livello di songwriting. Brani come Memento Mori o Tempest Tried & Tortured necessitano però di qualche ascolto supplementare prima di poter essere assimilati appieno, contrariamente invece a The Fathers Right Hand, dove le soluzioni adottate risultano piuttosto tradizionali.
Grazie anche ad una produzione invidiabile (specialmente considerando il tipo di prodotto) ed un prezzo imbattibile (soli otto euro), lo split fra The End Of 6000 Years e Embrace The End si dimostra un lavoro ideale per ogni appassionato degno di questo nome. I The End Of 6000 Years, confermando alla grande quanto in giro si dice di loro, hanno davanti a sé una carriera davvero promettente, speriamo quindi di poterne parlare nuovamente molto molto presto.