- Klaus Meine – voce
- Rudolf Schenker - chitarra
- Matthias Jabs - chitarra
- Pawel Maciwoda - basso
- James Kottak - batteria
Guests:
- Billy Corgan – voce in The Cross
1. Hour I
2. The Game Of Life
3. We Were Born To Fly
4. The Future Never Dies
5. You're Lovin' Me To Death
6. 321
7. Love Will Keep Us Alive
8. We Will Rise Again
9. Your Love Song
10. Love Is War
11. The Cross
12. Humanity
Limited Edition
13. Cold (bonus track)
14. Humanity (bonus track - radio edit)
Humanity - Hour I
Rappresentano una leggenda vivente del panorama hard n’ heavy, e del rock in genere, e neanche le loro più recenti e poco brillanti uscite hanno influito a sbiadire o appannare minimamente questo status, meritatamente conquistato con quaranta anni di onorata carriera alle spalle e numerosi capolavori, quali In Trance, Lovedrive, Blackout, Love At First Sting o Virgin Killer, senza tralasciare altri album di tutto rispetto, da Savage Amusement a Crazy World, contenente l’epocale ed arcinota Wind Of Change, anche se per il sottoscritto sono ben altri i brani che hanno reso immenso il gruppo in questione: gli Scorpions.
Alla notizia dell’uscita di questo loro ultimo lavoro, Humanity – Hour I, erano stati in molti probabilmente a manifestare poco interesse e scarso entusiasmo, considerando che dall’uscita di Face The Heat del 1993 il combo alemanno aveva attraversato un periodo poco ispirato e brillante che aveva prodotto il pessimo Eye II Eye (1999), l’inutile unplugged intitolato Acoustica (2001) e i discreti Pure Instinct (1996) e Unbreakable (2004).
Humanity – Hour è un concept album diviso in due parti, di cui ovviamente la presente release rappresenta solo il primo capitolo, in cui le liriche provocatorie ed impegnate sono incentrate sul destino del genere umano e del pianeta intero, visto in declino sulla base dei recenti avvenimenti e dei tanti aspetti oscuri del mondo attuale. Molti gli artisti chiamati a collaborare, la produzione è affidata a James Michael e Desmond Child, che insieme agli stessi Meine, Schenker e Jabs contribuiscono anche alla stesura dei pezzi, ma nella stessa veste sono presenti anche Marti Frederiksen, Eric Bazilian ed altri ancora, forse solo Meat Loaf ha saputo circondarsi di una così valida schiera di compositori, mentre Billy Corgan degli Smashing Pumpkins in una delle tracce presenti si limita a duettare con un Klaus Meine rinfrancato da una prestazione emozionante ed espressiva, come non accadeva da tempo.
Per quanto concerne l’aspetto musicale invece, la prima cosa che colpisce l’ascoltatore è la produzione moderna ed il suono delle chitarre, anch’esso dal taglio moderno e dal groove pesante, cosa che magari potrà scontentare o disorientare i fan di vecchia data o i più intransigenti e puristi, anche se in realtà nell’attuale ambito hard rock questa scelta non rappresenta poi una novità assoluta, infatti simili caratteristiche sono riscontrabili anche nei più recenti lavori di altri importanti nomi, quali Europe e Pink Cream 69. Proprio l’opener Hour I, che vede la partecipazione compositiva di John 5, chitarrista di Marilyn Manson, è quella che maggiormente mostra un sound moderno e pesante, che a primo impatto spiazza l’ascoltatore, infatti questa caratterizzata dalle sirene d’apertura e dai suoi riffoni pesanti risulta il brano più heavy, moderno ed “american-style” (le registrazioni si sono divise tra Germania ed USA) del lotto, certamente il più atipico rispetto ai canoni soliti degli ‘scorpioni’.
Per il resto però le concessioni alla modernità non snaturano il sound proprio della band tedesca, che riesce a conservare il proprio trademark identificativo in virtù di stupende melodie che perfettamente si riallacciano al suono classico del combo di Hannover, che se pur combinato al suddetto mood più moderno sfodera una serie di ottimi pezzi facilmente riconducibili al loro stile, a partire da The Game Of Life, mid-tempo melodico e al tempo stesso potente, che leggermente ricorda la mitica Rock You Like A Hurricane, in possesso di un bel refrain che mette in mostra il ritorno ad alti livelli espressivi di Meine, We Were Born To Fly è un altro melodico mid-tempo nelle cui strofe stupendi arpeggi seguono al suono massiccio del riffing e sembrano duettare con l’interpretazione di un Meine sempre più in forma, per poi esprimere maggiore potenza e grinta nel refrain, mentre The Future Never Dies è una stupenda ballad supportata dall’immensa interpretazione del singer e favolose linee melodiche, con un’emozionante parte finale da brividi in cui si erge il bel solo di Jabs.
Si riprende con l’ennesimo ispirato mid-tempo, You're Lovin' Me To Death presenta strofe grintose ed un bridge melodico che sfociano nell’adrenalinico refrain, mentre con 321 si interrompe la lunga ma gustosa serie di mid-tempos e ballad, infatti il brano in questione non si discosta molto, se non nella melodia, da quanto già sentito nell’opener, e presenta chitarre ribassate, riff potenti ed un bel refrain catchy e d’impatto in cui l’urlo “are you ready to rock” ricorda la faccia più heavy e rockeggiante degli ‘scorpioni’, ma è solo una breve pausa, infatti si torna a ritmi medi e lenti, ampiamente in maggioranza in quest’album, con le ballad Love Will Keep Us Alive, delicata e romantica, We Will Rise Again, malinconica e grintosa al tempo stesso, perfettamente in linea con i testi di speranza e rivalsa che contiene, e la favolosa Your Last Song, tra le più belle in assoluto, melodica, romantica ed adrenalinica, non potrebbe mai mancare nel caso in cui gli Scorpions decidessero di riunire ancora le loro migliori ballad come avvenuto in Best Of Rockers n’ Ballads. Love Is War è ancora un buon mid-tempo melodico e grintoso che anticipa The Cross, un altro dei pochi pezzi più tirati del lotto, con il suo mood americanizzato e la presenza di Billy Corgan in quel breve spezzone che porta alla parte conclusiva e più energica della canzone, che però nell'insieme risulta un pò fredda, infine si chiude con il primo singolo estratto, Humanity, il cui inizio leggermente somigliante all’inizio dell’immensa Still Loving You rischia di portare ad ingenerosi paragoni con un passato troppo glorioso per ripetersi, ma fortunatamente il pezzo segue poi un proprio stile presentandosi come un’altra potenziale hit, curioso poi il finale che ripropone la stessa base melodica eseguita da una banda musicale.
Humanity – Hour I è certamente il miglior disco degli Scorpions da quindici anni a questa parte, un ottimo lavoro che nonostante la consistente presenza di ballad e mid-tempos non perde il tiro giusto, e soprattutto un album da gustare con calma, perché meno immediato del precedente e poco più che discreto Unbreakable, e da valutare nel suo attuale contesto senza andare troppo a cercare futili paragoni con un passato che è ovvio e normale pensare non si ripeterà mai più. Nell'edizione limitata sono presenti due bonus track.