- Marco Luponero - voce
- Petri Aho - chitarra
- J-P Alanen - chitarra
- Marko Pukkila - basso
- Tony Smedjebacka - batteria
1. Fire & Ice
2. Unchain The Rain
3. Darkened Highlight
4. History Of Times To Come
5. Try To Remember
6. Unicorn
7. Prophet Of Pestilence
8. Ravenwing
9. Innocent
10. Final Warning
11. Keeper Of Mystique
12. Ball & Chain
Bonus Track:
13. Fire & Ice (Demo 2001)
14. Innocent (Demo 2001)
15. Kingdom Of The Night (Demo 2001)
16. Unicorn (Demo 2002)
17. History Of Times To Come (Demo 2002)
18. Immortal Disorder (Demo 2002)
19. Emerald Eye (Demo 2002)
Divine Invitation
Divine Invitation più che un titolo sembra un voluto gioco di parole che perfettamente va ad inquadrare l'ultima uscita dei finnici Altaria, power band originariamente fondata dal chitarrista dei Sonata Arctica Jani Liimatainen, infatti si tratta di una sorta di ‘best of' o ‘greatest hits' che raccoglie i brani migliori contenuti nei primi due album della band, vale a dire Invitation del 2003 e Divinity del 2004, con l'aggiunta di due inediti che vogliono mettere in luce l'apporto fornito dall'ultimo arrivato, cioè il cantante Marco Luponero, ed una serie di bonus track in versione demo.
Partendo dal presupposto che non si capisce quale utilità possa avere una mezza raccolta di brani di una band che al proprio attivo può vantare appena tre album, The Fallen Angel oltre i due summenzionati, c'è da chiedersi anche quale curiosità o interesse possano suscitare una serie di versioni demo, molte delle quali peraltro già presenti nella loro versione ufficiale in tracklist, ed inseriti magari a discapito di brani che invece potevano essere presi dal loro terzo album, così da dar vita ad un vero e proprio contenitore in cui far confluire quanto di meglio i finlandesi abbiano offerto nella loro ancora giovane carriera. A ciò poi si aggiunga che i due album già editi dal combo finnico e qui in parte riproposti non rappresentano certo dei capolavori, ma soltanto dei modesti esempi di power nord-europeo di chiara ispirazione Sonata Arctica e dalle forti contaminazioni hard n' heavy, ecco allora giungere facilmente alla conclusione che si tratta di un prodotto che suscita scarso interesse.
In tale ottica, i brani sui quali maggiormente si focalizza la nostra attenzione sono i due inediti Keeper Of Mystique, mid-tempo power oscuro e melodico, e Ball & Chain, che sposta il tiro verso un elettrico hard rock, due brani carini ma niente più.
Da Invitation sono tratti l'opener Fire & Ice, buon brano aggressivo ma con tempi non particolarmente sostenuti, History Of Times To Come, che mostra un buon lavoro di tastiere, Unicorn, più heavy-oriented ed in possesso di riff taglienti, Ravenwing, in cui si fa più visibile l'influenza di Sonata Arctica e Nightwish, ed infine Innocent, cavalcata power in pieno stile nordico. Sempre nello stesso album erano contenute le modeste Kingdom Of The Night, Immortal Disorder e la noiosa power ballad Emerald Eye, qui proposte però nelle loro versioni demo. Nonostante la presenza in quella prima formazione di due buoni chitarristi come Liimatainen (Sonata Arctica) e Vuorinen (Nightwish e Brother Firetribe) le composizioni mancano di personalità e mordente risultando spesso anonime.
La situazione non cambia neanche con i pezzi tratti dal successivo Divinity, le varie Unchain The Rain, Darkened Highlight o Try To Remember mostrano un song-writing modesto ed indeciso, sempre sospeso a metà strada tra influenze power nord-europee, Sonata Arctica su tutti, ed il melodic hard scandinavo degli '80, alla Treat o alla Europe per intenderci, che alla fine danno vita ad un melodic metal in grado di scontentare entrambe le fazioni. Un po' meglio Prophet Of Pestilence e soprattutto Final Warning, se non altro per le buone melodie.
Solitamente prodotti del genere sono consigliabili ai più fedeli fans della band oppure a chi non la conosce ancora e vuol tentare un primo approccio, ma in questo specifico caso il seguente album rischia di risultare davvero poco appetibile ad entrambe le tipologie di possibili acquirenti, sia per le strane scelte di cui si è detto sopra, sia per la modesta qualità dei brani presenti.